«Molte fedi sotto lo stesso cielo»
cerca la speranza eroica e ordinaria

C’è coraggio e coraggio. Quello di padre Paolo Dall’Oglio, Etty Hillesum, Chiara d’Assisi per esempio. Coraggi straordinari, che segnano le coscienze e le epoche. E c’è il coraggio quotidiano, quello che ciascuno può darsi e che fa riprendere il passo alla speranza.

C’è coraggio e coraggio. Quello di padre Paolo Dall’Oglio, Etty Hillesum, Chiara d’Assisi per esempio. Coraggi straordinari, che segnano le coscienze e le epoche. E c’è il coraggio quotidiano, quello che ciascuno può darsi e che fa riprendere il passo alla speranza.

L’ottava edizione di «Molte fedi sotto lo stesso cielo», presentata giovedì 12 novembre a Palazzo Frizzoni dal coordinatore e vicepresidente di Acli Bergamo Daniele Rocchetti, dall’assessore alla cultura Nadia Ghisalberti e dai responsabili delle sezioni della manifestazione, parte proprio da qui.

Nel tema e nel suo farsi (un budget di 50 mila euro, cento volontari, una rete di associazioni di tutto il territorio, aziende leader che aprono le porte). «Non abbiate paura! Tracce di speranza per l’uomo d’oggi» è infatti il titolo della manifestazione e della lectio magistralis che apre la rassegna venerdì 19, tenuta da Lucio Caracciolo, direttore della rivista «Limes».

Un titolo-programma ispirato dalla necessità di «uscire all’aperto, sfilarsi da sotto il soffitto basso che pesa su tutti - spiega Rocchetti - per ricominciare» contando sulle risorse di ciascuno, per riprendere a camminare tutti. Nata come riflessione sulle possibilità del dialogo interreligioso, «Molte fedi» è ormai davvero un crocevia di fedi e fedeltà religiose e laiche, punto d’incontro di tutta una città (e quest’anno di tutto un territorio) che riflette sulle sfide e il senso della convivenza.

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