Ricordo degli angeli misericordiosi:
4 crocerossine nella Grande guerra

Nessun inferno infligge pene così atroci, che non le attenui almeno un poco il tocco d’ala d’un angelo misericordioso. Questa è la riflessione che sorge spontanea in chi sfoglia le vecchie foto in bianco e nero degli ospedali militari.

Nessun inferno infligge pene così atroci, che non le attenui almeno un poco il tocco d’ala d’un angelo misericordioso. Questa è la riflessione che sorge spontanea in chi sfoglia le vecchie foto in bianco e nero degli ospedali militari negli anni, interminabili e tremendi, della Grande guerra e in quelli immediatamente successivi della pandemia di «influenza spagnola».

Storia che oggi è gelosamente e sapientemente custodita nell’Archivio Storico della Croce Rossa Italiana di Bergamo, affidato alle competenti cure del maresciallo capo Ernesto D’Alessio e degli Amici del sodalizio, che da anni raccolgono, classificano, approfondiscono le più svariate notizie e i più singolari documenti

Il Comitato bergamasco conta attualmente più di 3.200 soci attivi, suddivisi fra infermiere volontarie - universalmente note come le crocerossine -, Corpo militare, volontari del soccorso, pionieri e dipendenti che operano, con mezzi speciali, nei campi dell’emergenza, della protezione civile, dell’insegnamento dell’educazione sanitaria, del Diritto internazionale umanitario.

Sono stati rintracciati i nominativi di quattro crocerossine bergamasche (sorella Elena Agliardi Pesenti, sorella Emma Carenini Milesi e sorella Bice Carminati) che prestarono servizio durante la Grande guerra. Tre di loro operarono soprattutto all’Ospedale Territoriale di Bergamo, lo stesso dove si trovò ad esercitare il proprio apostolato il giovane sacerdote Angelo Giuseppe Roncalli, poi Papa Giovanni XXIII, Unica bergamasca delle quattro a prestare servizio fuori dalla sua città, fu sorella Isabella Calvi Licini, che operò all’Ospedale Territoriale Giosuè Carducci di Legnano.

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