Tutte le mostre dell’autunno
Da Giotto all’Impressionismo

A Milano gli splendori di Giotto, a Roma l’insondabile e scandalosa pittura di Balthus, a Padova la lezione macchiaiola ed eroica di Fattori, alla Venaria Reale i capolavori di Raffaello.

Queste e molte altre le mostre che animeranno la nuova stagione espositiva, in verità già riaperta grazie al traino dell’Expo milanese, accompagnato com’è da numerose iniziative di grande livello.

Un autunno 2015 segnato soprattutto dal ritorno dell’Impressionismo, che (grazie ai nuclei di musei internazionali) decisamente domina questa seconda parte dell’anno con rassegne di sicuro richiamo a Genova, Torino (Monet), Pisa (Toulouse Lautrec) e ben due nella capitale.

Se solo pochi giorni fa, nell’ambito di «Expo in città», il milanese Palazzo Reale ha inaugurato l’attesa rassegna «La Grande madre», circa 400 capolavori per una riflessione dalle Avanguardie a oggi sulla raffigurazione della maternità, già il 2 settembre (e fino al 10 gennaio) apre i battenti un’altra importante esposizione, «Giotto e l’Italia», allestita in prossimità degli affreschi andati perduti del genio toscano. Riunite per la prima volta 13 opere, tra cui figurano i lavori giovanili (la «Maestà della Vergine da Borgo San Lorenzo»), quelli che testimoniano l’attività padovana («Dio Padre in trono» dalla cappella degli Scrovegni) e infine la maturità fiorentina (con il polittico Stefaneschi).

L’arte antica lascia il posto a quella del ’900 con una bella mostra incentrata sulla produzione di Giacomo Balla, allestita dal 12 settembre all’8 dicembre alla Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo (Parma). Intitolata «Giacomo Balla.Astrattista Futurista», si snoda dal primo periodo figurativo alla grande avventura del Futurismo, con dipinti, sculture, disegni, pastelli.

Il 17 settembre, riflettori di nuovo puntati su Milano, sempre a Palazzo Reale. Con il titolo «Da Raffaello a Schiele», l’iniziativa porta nella città dell’Esposizione Universale i capolavori del Museo di Belle Arti di Budapest, tra cui figurano quelli di Raffaello, Tintoretto, Durer, Velasquez, Rubens, Goya, Canaletto, Manet, Cezanne, Gauguin.

La rivoluzione plastica di Henry Moore è quindi di scena a Roma, con un’attesa retrospettiva alle Terme di Diocleziano dal 24 settembre al 10 gennaio, che propone 75 opere provenienti dalle collezioni della Tate Gallery. Nella stessa data a Firenze prende il via a Palazzo Strozzi (fino al 24 gennaio) «La Bellezza Divina tra Van Gogh, Chagall e Fontana», vale a dire il rapporto tra arte e sacro attraverso oltre cento opere di artisti quali Casorati, Severini, Guttuso, Vedova, Munch, Picasso e Matisse.

E mentre dal 25 settembre al 10 gennaio i Musei Eremitani di Padova celebrano un altro grande moderno con «Il giovane Casoratì» e «Raffaello. Il sole delle Artì» è negli spazi espositivi della Venaria Reale dal 26 settembre fino al 24 gennaio, inizia a Palazzo Reale di Genova (sempre il 25 e fino al 10 aprile) «Dagli Impressionisti a Picasso», che apre la lunga serie delle rassegne dedicate al movimento francese. Ecco dunque 50 opere provenienti dal Detroit Institute of Arts, realizzate da Monet, Van Gogh, Gauguin, Cezanne, Renoir, Degas, Picasso, Modigliani, Matisse, Kandinsky e molti altri, considerati pionieri e simboli delle avanguardie dell’arte europea a cavallo tra ’800 e ’900.

Subito risponde Torino con «Monet», dal 2 ottobre al 31 gennaio alla Gam. Le opere sono un nucleo proveniente dalle raccolte del d’Orsay, oltre 40 tele mai presentate prima in Italia. Fa eco Roma, dove dal 15 ottobre al 7 febbraio il Complesso del Vittoriano ospita un’altra selezione dal famoso museo parigino, «Impressionisti Tete a Tete», con capolavori di Manet, Renoir, Degas, Pissarro, Cezanne. Dal 16 è quindi la volta di Palazzo Blu di Pisa che fino al 14 febbraio racconta ai visitatori il genio poliedrico di Toulouse Lautrec.

Tornando nella capitale (che dal 2 ottobre al 10 gennaio ai Capitolini mette in scena anche l’arte insuperata di Raffaello e Parmigianino), da metà ottobre due sedi prestigiose, le Scuderie del Quirinale e Villa Medici, segnano con una grande retrospettiva il ritorno della pittura insondabile e scandalosa di Balthus, testimoniata da circa 200 duecento opere provenienti dalle maggiori collezioni internazionali.

Di nuovo l’800, questa volta italiano, a Palazzo Roverella di Padova, dove dal 24 ottobre al 23 marzo si può ammirare la lezione macchiaiola ed eroica di Giovanni Fattori. Infine, dopo «El Greco e l’Italia.Metamorfosi di un genio» a casa dei Carraresi di Treviso dal 23 ottobre al 10 aprile, a chiudere la carrellata delle mostre autunnali sono «Seurat-Van Gogh-Mondrian.Il Divisionismo in Europa», con 80 capolavori conservati al Kroller Muller Museum e «De Chirico a Ferrara 1915-1918. Pittura metafisica e avanguardie europee», a Palazzo dei Diamanti di Ferrara dal 14 novembre al 28 febbraio.

Nicoletta Castagni

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