Ciclabili? Belle. Ma per la mobilità dolce
siamo ancora all’età della pietra

In Bergamasca abbiamo belle piste ciclabili ma rispetto al resto d’Europa per la vera mobilità dolce siamo praticamente all’età della pietra. È quanto emerge dal raffronto che questo mese ci propone la nostra rivista green «eco.bergamo».

La rivista torna in edicola domenica, allegata al quotidiano, gratis per i lettori de L’Eco di Bergamo.

È un paragone impietoso quello che emerge dando anche solo uno sguardo online a opencyclemap (opencyclemap.org) il portale che raccoglie le segnalazioni e i tracciati per le due ruote attraverso il contributo di tutti gli appassionati di bicicletta del mondo.

La terra bergamasca, per non parlare del resto d’Italia, quanto a percorsi sembra un deserto. Questo nonostante la realizzazione di alcune ciclabili di sicuro livello: da quella dell’Adda alle piste della Val Seriana e della Valle Brembana (alla quale sulla rivista sono dedicate due pagine).

Ed è da depressione il paragone che opencyclemap permette di fare non tanto con i Paesi del Nord Europa (Olanda e Germania in testa), quanto quello con l’Europa dell’Est (Polonia, Repubblica Ceca, perfino Slovacchia).

«Sono dati sconfortanti – dice la presidente di Aribi, Claudia Ratti -: quello che da noi manca è la mentalità». Fortunatamente gli esperti dicono che il vento sta cambiando. «In Italia abbiamo iniziato tardi a pensare alle dueruote come mezzo di trasporto – dice Andrea Debernardi, esperto di mobilità e pianificazione dei trasporti dello Studio Meta di Monza -: però sono fiducioso; ci vorrà del tempo ma potremo recuperare il tempo perduto. Dal 2014 c’è un piano regionale, manca quello nazionale, come esiste in Olanda, Danimarca o anche in Francia».

Gli altri argomentidi «eco.bergamo»
La fame di bellezza che si sta diffondendo fra la gente è l’altro tema forte di questo numero di «eco.bergamo»: parliamo delle folle calamitate da eventi come la passerella di Christo sul lago d’Iseo, da appuntamenti a sfondo naturalistico oppure delle tantissime persone che troviamo sui sentieri di montagna e sulle ciclovie. Un segno che molti hanno capito che anche il degrado è una delle cause della crisi, e che proprio il bello ci potrà aiutare nella ripresa.

Spazio ai temi del suolo violato dall’uomo: un suolo che si vendica, come è accaduto questa settimana quando è bastato un forte temporale a portare devastazioni nella nostra città.

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