I droni sbarcano in azienda
È la rivoluzione in molti campi

I droni hanno un non so che di fosco già nel nome. Sono associati nell’immaginario alle azioni belliche che portano sangue e devastazione.
Ma negli ultimi anni si sta diffondendo un uso di tenore ben diverso di questi piccoli aeroplani telecomandati, oggetto di culto degli appassionati già da molto tempo.

I droni hanno un non so che di fosco già nel nome. Sono associati nell’immaginario alle azioni belliche che portano sangue e devastazione.

Ma negli ultimi anni si sta diffondendo un uso di tenore ben diverso di questi piccoli aeroplani telecomandati, oggetto di culto degli appassionati già da molto tempo.

Grazie allo sviluppo di tecnologie di ripresa molto sofisticate, di apparecchiature di monitoraggio e soprattutto della digitalizzazione, i droni stanno diventando strumenti utilissimi per una serie di attività che fino a ieri erano difficili o molto costose. In Giappone, ad esempio, in agricoltura vi sono già oggi più droni che trattori. Il controllo dell’irrigazione, l’analisi delle infestazioni parassitarie, il monitoraggio dei raccolti e la prevenzione delle malattie delle piante sono attività che vengono svolte dagli scanner ad infrarosso trasportati a volo radente sui campi dai droni.

Centinaia di foto per un albero

Dronica è una nuova azienda appena sorta a Bergamo specializzata nell’utilizzo dei droni negli ambiti più svariati. Per rimanere in campo ambientale, racconta Giacomo Parlanti, amministratore delegato di Dronica, «con l’ausilio di droni ad ala fissa, dove l’autonomia è particolarmente estesa, è possibile censire gli alberi monumentali. Grazie ad un’ortofoto, composta da centinaia di immagini al suolo, si ha la possibilità di individuare il singolo albero ed evidenziarne le caratteristiche. Il processo di acquisizione risulterà quindi agevole considerando l’impiego di un solo operatore per centinaia di ettari di monitoraggio».

Prevenzione dei dissesti idrogeologici, controllo del territorio, ma anche ispezioni di siti i più diversi, soprattutto quelli di valore culturale, come grandi monumenti o gli scavi archeologici. «Il settore dei beni culturali – spiega Parlanti- è forse il più rappresentativo nelle potenzialità rese oggi disponibili dalle moderne tecnologie della geomatica, in particolare la fotogrammetria aerea e laser a scansione terrestre». Un’applicazione la si avrà nell’ex-convento di S.Agostino in Città Alta. Uno studio guidato dal prof. Alessio Cardaci della facoltà di Ingegneria dell’Università di Bergamo confronterà e integrerà le tecnologie tradizionale e moderna, sia attraverso l’uso del laser scanner che della fotogrammetria terrestre ed aerea. Il risultato finale porterà alla generazione di un modello tridimensionale rappresentante la chiesa e la struttura del complesso con un livello di dettaglio fotorealistico particolarmente elevato.

Le immagini scattate o riprese dai droni sono di particolare utilità nelle ispezioni e nei monitoraggi di quegli ambienti in cui potrebbe essere pericoloso l’intervento umano, come tetti, grondaie, viadotti ed interni di grandi edifici in cui l’accesso in altezza sarebbe possibile solo con ponteggi. Attraverso il pilota a terra è possibile il controllo degli apparati anche ad una certa distanza senza comprometterne la governabilità.

Rilievi termografici
Continua Parlanti: «I nostri sistemi di rilievo ed i programmi abbinati, generano delle mappe, in falsi colori, rappresentative delle zone indagate. La mappatura della temperatura superficiale è fondamentale per poter valutare lo stato di conservazione dei materiali. Anomalie sulla distribuzione delle temperature evidenziano problematiche in atto sull’impianto analizzato».

Un caso particolare di tale utilizzo è per la manutenzione degli impianti fotovoltaici. Le celle che compongono i pannelli solari devono essere controllate periodicamente. È un’operazione difficile e costosa. Dronica è in grado di controllare i grandi impianti fotovoltaici, grazie ad sistema “geotaggato” di rilevamento del calore emesso dai pannelli. Spiega Parlanti: «Grazie alla diversa temperatura indicata dall’attrezzatura posta sui droni, vengono individuate le aree danneggiate, e ciò permette di mantenere in efficienza gli impianti solari».

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