La cultura contadina riempie la vacanza

Quattrocentomila per il ponte del 2 giugno scorso, trecentomila nel giorno di Pasqua, cinque milioni in tutto il 2014. Sono i numeri che confermano il successo degli agriturismi italiani, il posto ideale per chi vuole scoprire un mondo diverso da quello urbano, un mondo di cui una volta tornati a casa si possono conservare sane abitudini e un ricordo unico.

Quattrocentomila per il ponte del 2 giugno scorso, trecentomila nel giorno di Pasqua, cinque milioni in tutto il 2014. Sono i numeri che confermano il successo degli agriturismi italiani, il posto ideale per chi vuole scoprire un mondo diverso da quello urbano, un mondo di cui una volta tornati a casa si possono conservare sane abitudini e un ricordo unico. Ma come fare a riconoscerli?

Come distinguerli

La Coldiretti ha riunito in cinque consigli pratici i riferimenti normativi e le informazioni utili a individuare quelle strutture che realmente coniugano la lavorazione della terra e l’accoglienza dei visitatori: un vero agriturismo è, prima di tutto, un’azienda agricola, dove si produce e si lavora: quindi non si può trovare nel centro di una città d’arte o proprio in riva al mare; non è un albergo o una trattoria calato in una generica campagna: è un microcosmo produttivo che vive in sinergia con la campagna coltivata; è il luogo dove l’agricoltore mette la sua esperienza al servizio degli ospiti e li guida alla scoperta della cultura contadina, delle produzioni locali e del territorio rurale; è sinonimo di accoglienza cordiale, perché l’ospite si sente “uno di casa”; offre una vacanza ecologica perché a tavola si consumano cibi genuini e di stagione, i rifiuti si riciclano, il consumo delle risorse è attento.

Caratteristiche queste che si ritrovano nei 154 agriturismi della Provincia di Bergamo, dove si possono trovare 850 posti letto e dove ogni giorno possono mangiare più di ottomila persone.

Molte le donne titolari

Gli uffici del settore agricoltura di Via Tasso hanno monitorato fin dall’inizio la nascita di queste strutture: dopo il boom di venti anni fa, quando fra il 1995 e il 2000 gli agriturismi aumentarono del 150% passando da 18 a 46, la loro crescita è sempre stata costante e ha riguardato tutto il territorio: dalla pianura alla valle Brembana, dalla valle di Scalve al lago di Iseo. Inoltre, segnala Coldiretti Bergamo, 56 agriturismi della provincia (pari al 36,4%) hanno come titolare una donna imprenditrice.

L’attività agrituristica è regolata a livello nazionale dalla legge numero 96/06 e da apposite leggi regionali che determinano, in ciascun territorio, un’offerta assai diversificata.

Il marchio “Terranostra”

Per aiutare i turisti a orientarsi in questo mondo, Coldiretti ha fondato l’associazione “Terranostra”: gli agriturismi aderenti, riconoscibili da una targa identificativa, si impegnano a garantire un’ospitalità di tipo familiare, la massima trasparenza in materia di comunicazione, informazione e prezzi, il rispetto delle regole imposte dalle normative vigenti, l’impiego di prodotti a chilometro zero e comunque del territorio, la disponibilità a far visitare l’azienda e a far conoscere le sue produzioni, l’adesione ai principi che ispirano la Fondazione Campagna Amica e tutte le sue iniziative.

Il mood per il 2015 sembra infine essere l’agriwellness, il benessere basato su creme e prodotti naturali per tornare in forma: piacciono i massaggi con olio di oliva, i bagni di fieno, la biocosmesi con il latte d’asina. Ma il piatto forte degli agriturismi, è proprio il caso di dire, sono le ricette e i cibi genuini delle tradizione: salumi e formaggi, miele e frutta, insieme ai casoncelli e agli arrosti, alle lasagne e alle carni d’agnello o di capretto, richiamano con i loro sapori tanti “cultori della materia”. E chissà che da Expo ne arrivino di nuovi.

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