Indesit, la chiusura è da evitare:
la Regione al fianco dei sindacati

«La Regione Lombardia condivide la logica con la quale i sindacati sono impegnati a garantire e difendere i lavoratori della Indesit ed evitare la delocalizzazione dell'azienda». Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che, insieme all'assessore all'Istruzione, Formazione e Lavoro, Gianni Rossoni, ha incontrato martedì mattina i rappresentanti delle organizzazioni sindacali per affrontare insieme la situazione di crisi che coinvolge i 430 dipendenti dello stabilimento Indesit di Brembate Sopra.

«Nel corso di questi mesi - ha aggiunto Formigoni - il governo regionale ha adottato misure straordinarie di intervento sia allo scopo di arginare e mitigare gli effetti economici e sociali della crisi, sia per porre le premesse di un rilancio solido e duraturo. Da parte nostra continueremo con forza a mettere in campo tutti gli strumenti necessari per sostenere la competitività dell'intero sistema produttivo lombardo e per garantire la coesione sociale».

A seguito dell'andamento negativo delle trattative presso il Ministero, Formigoni ha condiviso la necessità, espressa dai sindacati, di discutere nel merito il piano industriale aziendale per trovare una soluzione che eviti la chiusura di un insediamento produttivo fondamentale per l'economia del territorio bergamasco.

E proprio per questo motivo l'assessore Rossoni parteciperà giovedì prossimo all'incontro, al Ministero dello Sviluppo Economico, dove si affronterà nello specifico il caso Indesit, «con l'auspicio - ha dichiarato l'assessore - che si possa trovare un punto di incontro tra le parti, per il bene dei lavoratori e dell'azienda stessa».

All'incontro hanno partecipato i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil della Lombardia, tra cui i segretari generali della Cgil, Nino Baseotto, e della Csil, Gigi Petteni, insieme alle organizzazioni sindacali di Bergamo e ai rappresentanti aziendali.

I sindacalisti avevano chiesto a Formigoni proprio di sostenere le posizioni espresse dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali con il governo e  la proprietà nell'incontro convocato per giovedì 15 al ministero dello Sviluppo Economico, sulla base del documento congiunto concordato lunedì a Bergamo.

Il sindacato lombardo - si legge in una nota - sollecita l'azienda a rendere esplicite le motivazioni della chiusura per poter intervenire nel merito delle ragioni che oggi appaiono immotivate e pretestuose. Da parte sindacale si è anche chiesto di valutare l'opportunità di adottare strumenti legislativi mirati nei confronti delle imprese che scelgono di delocalizzare le produzioni.

I commenti
«Rilevo con soddisfazione l'impegno che ha dimostrato di voler far proprio il presidente Formigoni nell'ambito di questa vicenda, con la promessa, fra l'altro, di non far mancare la presenza di un rappresentante regionale all'incontro a Roma il 15 luglio prossimo - ha commentato Luigi Bresciani, segretario generale provinciale della Cgil di Bergamo -. Al presidente abbiamo consegnato il documento congiunto approvato da Cgil, Cisl e Uil e sottoscritto da parlamentari e consiglieri regionali ieri a Bergamo, a dimostrazione della forte unità del fronte politico e sindacale per il mantenimento dello stabilimento di Brembate e la conseguente salvaguardia dell'occupazione. Ora tutti facciano la loro parte: è evidente la politica, quella locale come quella regionale, sarà giudicata alla prova dei fatti. Verificheremo alla fine di tutta la vicenda se le parole spese produrranno effetti concreti ed efficaci».

«Ci aspettiamo che all'incontro presso il Ministero della Attività Produttive a Roma, la nostra proposta, quella di utilizzare la cassa speciale per 12 mesi che permettano una reale trattativa tra le parti, possa essere condivisa e possa essere sostenuta con grande convinzione da parte di tutti, Regione compresa - ha detto Mirco Rota, segretario generale provinciale della Fiom-Cgil - . I lavoratori si aspettano dall'incontro ministeriale un atteggiamento diverso da parte di Indesit rispetto a quello di totale chiusura dimostrato fino a oggi».

«Abbiamo avuto riscontro anche dell'impegno di Formigoni – ha dichiarato Ferdinando Piccinini (segretario generale della Cisl Bergamasca) al termine dell'incontro di oggi al Pirellone - per attivarsi con presenza autorevole al tavolo al Ministero e per percorrere tutte le strade per convincere l'impresa a modificare il piano industriale e evitare la chiusura di Brembate. L'impegno assicurato è a tutto campo».

«Da parte del presidente – sostiene Ferdinando Uliano (segretario della Fim Cisl bergamasca) - abbiamo avuto assicurazione di un suo pieno appoggio personale alla vicenda, alla battaglia che i lavoratori stanno facendo per mantenere il sito industriale bergamasco. Importante e significative le sua affermazioni di considerare le posizioni sindacali e dei lavoratori come posizioni ragionevoli e non pretestuose. L'impegno preso di sostegno alla vertenza è forte. Noi auspichiamo che questo interessamento possa contribuire con forza a dare una prospettiva al sito di Brembate, Abbiamo invitato l'assessore Rossoni a esprimere la propria opposizione a eventuali iniziative unilaterali (come la messa in libertà) che l'azienda potrebbe adottare contro i lavoratori in queste ore. Questa è una battaglia per il lavoro, per l'occupazione, per il mantenimento di una azienda importante per li nostro tessuto economico e sociale,. È una battaglia che deve avere anche da parte delle istituzioni una posizione non arrendevole rispetto alle decisioni aziendali».

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