Breno (CdO): Basta intermediari
I fondi vadano subito alle aziende

«Strutture come Servitec non servono più, i fondi devono essere attribuiti direttamente alle imprese, senza più intermediari». L'affondo è del Presidente della Compagnia delle Opere Rossano Breno all'assemblea generale in Fiera.

L'affondo arriva proprio in coda, ma non per questo è meno tagliente. Al termine dell'affollata assemblea generale della Compagnia delle Opere di Bergamo (ieri pomeriggio in Fiera nuova si sono festeggiati i 18 anni di attività davanti a 700 persone, con 2.500 iscritti complessivi, in leggera crescita rispetto al 2009) il presidente Rossano Breno ha espresso un giudizio durissimo su Servitec, il cui operato è attualmente al vaglio anche della Camera di commercio (è stato presentato un piano per l'integrazione con Kilometro Rosso da parte di Confindustria Bergamo, ma ne è atteso a breve un altro a cura di Imprese & Territorio).

Prendendo spunto dalla brillante esperienza illustrata nel dibattito da Mario Preve, presidente della Riso Gallo, e dai tanti esempi di eccellenza presenti sul territorio bergamasco, Breno ha tagliato corto: «Se davvero vogliamo crescere sul fronte dell'innovazione, occorre che i fondi vengano attribuiti direttamente alle imprese, senza più intermediari. Credo che ormai sia chiaro che strutture come Servitec non servono più: basta con questi filtri, le risorse legate allo sviluppo devono essere subito messe in circolo, per far decollare la ricerca in azienda».

Un modo perentorio per far capire che CdO intende continuare a dialogare a tutto campo «perché solo insieme si può fare di più e meglio», ha ricordato Breno, ma ha ancora voglia di suggerire soluzioni e indicare strade senza scendere a compromessi.

Come per l'aeroporto: per la Compagnia delle Opere «Orio è cresciuto tanto e finora è stato gestito con grande capacità, ma adesso siamo a un bivio: occorre fare un ulteriore salto di qualità e ripensare complessivamente l'opera, facendo tutti insieme sistema e immaginando uno scalo ancor più grande, autentico volano per lo sviluppo. Occorrono scelte veloci e complessive: la politica dei piccoli passi non paga più».

Un messaggio chiaro, che in precedenza anche il presidente della Provincia Ettore Pirovano aveva raccolto: «Tutti gli attori dello sviluppo devono lavorare per il futuro del nostro aeroporto: si tratta di una scelta cruciale: vietato pensare in piccolo»; mentre dal direttore generale di quella Sea Giulio De Metrio, che ha pure in portafoglio una quota importante dello scalo bergamasco arriva la proposta di «una condivisione più stretta tra i nostri scali di Malpensa, Linate e Orio: non parlo di sinergie perché queste sono già in essere, ma se vogliamo davvero creare in quest'area una delle piattaforme aeroportuali più forti d'Europa, il legame deve diventare ancora più stretto, anche a livello di governance».

Altro tema caldo e a lungo dibattuto nell'incontro è stato il rapporto tra credito e impresa: a questo proposito il direttore regionale di Intesa Sanpaolo Pier Aldo Bauchiero, dopo aver elogiato la «solidità del sistema Bergamo, capace di reggere l'urto della crisi grazie a una struttura adeguata delle sue imprese e all'alto grado di internazionalizzazione», non ha avuto alcun problema a riconoscere come «voi imprenditori avete valorizzato molto meglio il capitale umano rispetto alle banche» e che il credito, nei tempi floridi che hanno preceduto la crisi «non ha fatto abbastanza per convincere le aziende ad investire in innovazione».

La parte finale è stata dedicata alla presentazione del master di alta qualità per imprenditori a cura dell'Alta Scuola Altis dell'Università Cattolica di Milano, e promossa dalla stessa CdO insieme ad Ascom, Camera di commercio, Fondazione Comunità Bergamasca e tre banche (Popolare di Bergamo, Creberg e Intesa), per consentire alle piccole e medie imprese bergamasche di far fronte alle future sfide dello sviluppo, tra cui strategia d'impresa e organizzazione delle risorse umane.

Maurizio Ferrari

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