Bergamo e lo sciopero dei Tir:
scarseggiano ortofrutta e pesce

Anche a Bergamo la protesta dell'autotrasporto sta producendo danni all' intero sistema della distribuzione e ai piccoli negozi di vicinato: forti criticità sull'approvvigionamento di alcune materie prime, in particolare per ortofrutticoli e ittici.

Anche a Bergamo la protesta dell'autotrasporto sta producendo danni all'intero sistema della distribuzione e ai piccoli negozi di vicinato, dove si cominciano a registrare forti criticità sull'approvvigionamento di alcune materie prime, in particolare per quanto riguarda i prodotti ortofrutticoli e ittici.

«Siamo preoccupati come operatori e come utenti -  afferma Paolo Malvestiti, presidente di Ascom Bergamo –. Se alla attuale crisi di consumi si aggiunge anche la mancanza di prodotti da vendere, la situazione per noi è molto difficile. È serio, dunque, il rischio che l'interruzione di forniture importanti per le imprese e la mancata distribuzione di prodotti di largo e generale consumo alimentare possa impedire alle famiglie di poter fare la spesa regolarmente».

Sugli scaffali mancano in particolare frutta e verdura. Ed è salita alle stelle la preoccupazione dei fruttivendoli, nei cui negozi scarseggiano una serie di prodotti provenienti dalla Sicilia e dal Sud Italia.

«Mancano tutte le qualità di pomodori, zucchine, finocchi, cavolfiori. Le arance arrivano solo dalla Spagna, perché niente arriva dalla Sicilia, dove tutto è bloccato. Aspettiamo i carciofi che dovrebbero arrivare domani (giovedì) dalla Sardegna. La situazione è molto preoccupante – spiega Livio Bresciani, presidente del gruppo ortofrutta di Ascom Bergamo, che segnala però anche un'anomalia rispetto a quanto accadeva durante gli altri scioperi –. C'è un'anomalia che vorrei segnalare. Rispetto a quanto succedeva durante gli altri scioperi in questi giorni non c'è la corsa al prodotto che manca. O i consumatori sono diventati meno impulsivi oppure i consumi si sono completamente fermati. Credo che sia più veritiera questa seconda ipotesi, perché la vendite sono in netto calo».

Lo stesso problema di approvvigionamento lo registrano le pescherie, dove mancano tutti i prodotti che prevengono dalla Sicilia e pescati nel Mediterraneo, come triglie, scorfani, scambi, spada, mazzancolle.

«Siamo costretti a comprare il pescato del Mediterraneo dalla Spagna – afferma Giovanni Cacciolo Mollica, presidente del gruppo Grossisti alimentari di Ascom –. È da più di una settimana che dalla Sicilia non riceviamo nulla ed è un'assurdità perché ne va di mezzo il mercato e l'economia nazionale. La conseguenza immediata è l'aumento dei prezzi del prodotti, che non vogliamo far incidere sul prezzo finale al consumatore, riducendo i nostri margini».

Meno toccati sono i negozi di alimentari, che continuano ad essere abbastanza riforniti di merce. «Nei nostri negozi la merce non manca – afferma Renato Rodigari, presidente del gruppo Gastronomi Salumieri di Ascom –. Arriva con qualche ritardo, ma arriva. Si registra invece, soprattutto in queste ultime settimane, una calo drastico delle vendite».
Anche i negozi non alimentari segnalano disagi a causa della protesta dell'autotrasporto.

«Tutto il commercio sta risentendo del blocco dei tir, perché la merce non arriva neppure nei negozi di abbigliamento e calzature – spiega Malvestiti –. Le case produttrici, proprio per non avere problemi con i trasporti, ritardano le spedizioni. E' pertanto, indispensabile che la protesta rientri per evitare l'aggravarsi della situazione».

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