Produzione industriale in calo
Bergamo cala a picco: -3,4%

Nell'ultimo trimestre del 2011 si conferma a Bergamo un'inversione di tendenza nel ciclo della produzione industriale. Il calo a Bergamo è stato del -1,1 per cento nel corso del quarto trimestre 2011, con una variazione del -3,4 per cento nel raffronto con l'ultimo trimestre del 2010.

Nell'ultimo trimestre del 2011 si conferma a Bergamo, così come in Lombardia e nei dati ancora parziali a livello nazionale, un'inversione di tendenza nel ciclo della produzione industriale. Il calo a Bergamo è stato del -1,1 per cento nel corso del quarto trimestre 2011, con una variazione del -3,4 per cento nel raffronto con l'ultimo trimestre del 2010.  Entrambe le variazioni sono sensibilmente peggiori dei corrispondenti risultati medi regionali.

La destagionalizzazione del più recente dato trimestrale comporta anche una revisione (al -1,3 per cento) della variazione stimata nel terzo trimestre 2011. L'indice della produzione dell'industria bergamasca, dopo aver toccato il minimo a metà del 2009, è risalito fino al termine del 2010, si è sostanzialmente fermato nella prima metà del 2011 ed è scivolato tecnicamente in recessione negli ultimi due trimestri del 2011, come confermato anche dalla parallela contrazione congiunturale del fatturato.

In media d'anno, la produzione industriale dopo il tracollo di 16,7 punti nel 2009, ne ha recuperati oltre 10 nell'intero 2010. L'anno 2011 si è chiuso con un livello medio in crescita sul 2010 del +2,5 per cento, un risultato positivo ma inferiore al risultato regionale (+3,7 per cento).

La flessione dell'indice nell'ultimo trimestre implica un' "eredità statistica" negativa sull'avvio del 2012.  L' "effetto di trascinamento" del 2011 sul 2012, e quindi l' handicap che grava sul nuovo anno, sarà di circa il -1,5 per cento, mentre l'anno scorso la variazione acquisita a inizio anno era positiva per 4,5 punti percentuali.

Per sintetizzare il momento che sta attraversando la congiuntura industriale ci si può concentrare su tre altri indicatori rilevanti: gli ordinativi, gli addetti occupati e le previsioni delle imprese.

Gli ordini segnalano una marcata contrazione della domanda interna: le nuove commesse acquisite sul mercato nazionale calano nel quarto trimestre del -3,7% con una tendenza cedente nel corso del 2011. Gli ordini dall'estero sono di poco (-0,5 per cento)  al di sotto del risultato del terzo trimestre nel quale si era profilato un peggioramento della tendenza che pare invece attenuarsi nell'ultimo scorcio del 2011. Nella media dell'intero anno 2011 gli ordini interni sono diminuiti del 3,5 per cento mentre gli ordini esteri sono cresciuti dello 0,4 per cento.

Il ruolo fondamentale della domanda internazionale nel sostenere la produzione delle industrie bergamasche, soprattutto nella meccanica, e nel compensare la debolezza dei consumi interni è riconfermato anche dal progressivo incremento (al 37,7 per cento) della quota del fatturato estero sulle vendite complessive, che diminuiscono nella componente del fatturato nazionale (-3,4 per cento)  ma aumentano (+1,1 per cento) nel caso delle vendite realizzate fuori dall'Italia.

Per quanto riguarda l'occupazione, la dinamica degli addetti delle imprese industriali intervistate è stata negativa, come tipicamente avviene nell'ultimo trimestre dell'anno, in misura contenuta (-1,4  in termini grezzi, -0,7 se corretta per la stagionalità) ma superiore al corrispondente periodo dell'anno precedente. E l'utilizzo della Cassa integrazione interrompe la tendenza al calo che era stata abbastanza costante nell'ultimo biennio.

Le previsioni delle industrie bergamasche sul primo trimestre del 2012 sono negative e in peggioramento per produzione e domanda interna, ma non per la domanda estera su cui prevalgono, seppur di poco, attese positive.

Le aspettative delle imprese sull'occupazione nel prossimo trimestre sono prevalentemente negative e coerenti, nell'industria, con la previsione del sistema Excelsior sulla domanda di lavoro in provincia di Bergamo relativa alla totalità dei settori economici (-0,7% nel primo trimestre 2012).

Anche il ciclo nell'artigianato manifatturiero è in fase negativa (-0,9 per cento la variazione della produzione nel trimestre, -1,2 per cento su base annua). In questo caso più che i tenui segnali di inversione di tendenza pesa la lunga durata - un triennio circa - della fase di mancato recupero dei livelli di produzione precedenti il 2009. In media d'anno il 2011 si chiude con un debole progresso della produzione rispetto al  2010 (+0,9 per cento, superiore al dato  regionale che si ferma al +0,3).

Restano negativi gli andamenti delle vendite e degli ordini e anche l'occupazione dell'artigianato di produzione diminuisce (-1,1 per cento in termini grezzi, -0,6 per cento destagionalizzato) nell'ultimo trimestre del 2011. In media d'anno l'occupazione si riduce nel 2011 del -1,5 per cento .

Nel commercio le vendite nel quarto trimestre sono in forte calo (-6,2% rispetto all'analogo periodo dell'anno scorso) con un peggioramento  marcato nel non alimentare (-10,6%) e nell'alimentare (-9,8%). Più contenuta la flessione  (-1,3%) delle vendite della distribuzione moderna. Il numero degli addetti, probabilmente grazie al picco delle assunzioni stagionali, è in leggero aumento nel trimestre.  Le aspettative per l'occupazione, e ancor più per il giro d'affari, del prossimo trimestre restano tuttavia negative.

Anche nei servizi il giro d'affari diminuisce su base annua (-5,4%) con un marcato peggioramento rispetto ai trimestri precedenti. In forte calo anche gli addetti. Prevalentemente negative le attese sul primo trimestre del 2012.

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