L'Imu e gli anziani: allarme
«Colpo alle famiglie più povere»

Si avvicina il momento del pagamento delle tasse, e le famiglie fanno i conti con il decreto «salva Italia». Soprattutto, è l'Imu a attirare le attenzioni più pressanti. E sono le famiglie degli anziani che attendono con maggior timore il momento di pagare.

Si avvicina il momento del pagamento delle tasse, e le famiglie fanno i conti con quanto disposto dal decreto «salva Italia». Soprattutto, è l'Imu a attirare le attenzioni più pressanti. E soprattutto sono le famiglie degli anziani che attendono con maggior timore il momento di pagare. ridefinisce il concetto di «abitazione principale» ai fini Imu.

Per la «prima casa», l'aliquota base è ridotta allo 0,4% dalla legge statale e i Comuni potranno modificarne la misura, in aumento o in diminuzione, entro un massimo dello 0,2%: il relativo range potrà perciò variare da un minimo del 2 per mille ad un massimo del 6 per mille.

«Non essendo previste fasce di esenzione per reddito - dice Gritti, segretario generale Fnp di Bergamo - ci si chiede come faranno a pagare l'Imu i due milioni 300mila pensionati poveri, cui vanno aggiunti quelli vicini alla soglia di povertà relativa, se si considera che il 30% delle pensioni di anzianità non supera i 900 euro mensili e che 4 milioni 750mila pensionati percepiscono assegni mensili compresi tra i 500 e i 750 euro».

A Bergamo ci sono oltre 210.000 pensionati che vivono sotto la soglia di 750 euro mensili. A dimostrazione della sofferenza reddituale della popolazione anziana va, inoltre, registrato l'aumento del 13% della vendita di nude proprietà «prestito vitalizio ipotecario», spia della situazione di famiglie che sono riuscite a comprare casa coi risparmi di una vita e che si ritrovano ora costretti a venderla (a un prezzo che ormai sfiora la metà del valore di mercato) per il proprio sostentamento e per aiutare i figli.

«Aumenta anche il fenomeno indotto dall'allungamento della durata della vita, degli anziani che si fanno carico, con fatica e spese aggiuntive, dei "grandi vecchi". I loro genitori, ormai oltre i 90 anni, sono spesso affetti da demenze e invalidità che necessitano di cure onerose. È quanto ampiamente e ripetutamente denunciato dal nostro dipartimento di politiche sociali anche in occasione della presentazione della ricerca Cisl sull'indice sul Grado di Familiarità dei territori e delle politiche (Igf)».

«Esprimiamo, quindi - dichiara il segretario Fnp - forte perplessità su questo provvedimento che, a nostro parere, andrà a penalizzare ulteriormente le famiglie degli anziani. Come è noto, il 78% circa di essi risulta proprietario dell'abitazione in cui vive e, in assenza di altri provvedimenti, non solo non potranno fruire delle detrazioni previste per i figli a carico ma si ritroveranno con un carico fiscale, Tarsu compresa, calcolato a prescindere dal reddito e relativo alla superficie abitativa e non alla composizione familiare».

«Continuiamo a rilevare l'incongruità degli interventi, che da una parte fiscalizzano il patrimonio visibile penalizzando ulteriormente i redditi familiari e dall'altra cercano di ottimizzare un welfare, che hanno l'ardire di chiamare pro-family, più vocato alla parità di bilancio che alla giustizia sociale e fiscale. Di fatto stiamo assistendo ad un progetto di Stato che, dopo aver espulso dalla propria politica la popolazione giovanile, sta progettando la destrutturazione dell'unico welfare ancora capace di dare risposte: quello familiare».

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