Squinzi: Monti-bis? Solo col voto
E boccia la riforma del lavoro

Il Monti bis, la Fiat e Marchionne, la crisi e l'Europa. Questi i tempi affrontati dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi all'appuntamento di Dalmine. Squinzi ha parlato subito di Europa, definendosi «europista, a favore degli Stati Uniti d'Europa».

Il Monti bis, la Fiat e Marchionne, la crisi e l'Europa. Questi i tempi affrontati dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi all'appuntamento di Dalmine.

Squinzi ha parlato subito di Europa, definendosi «europista, a favore degli Stati Uniti d'Europa», anche se c'è bisogno di «un federalismo tangibile, un po' diverso da quello su cui abbiamo ragionato negli ultimi anni».

E a proposito della moneta unica: «Occorre un euro forte e per far questo servono cinque condizioni: banca centrale europea forte, un cordinamento di politiche di welfare, un coordinamento di politica fiscale, coordinamento delle politiche per le infrastturali ed energetiche. Solo allora avremo un euro solido».

Poi è entrato nel merito del Governo. Sulla Fornero: «Mi aspettavo una riforma del lavoro più incisiva». Giudizio condiviso dal presidente di Confindustria Bergamo Carlo Mazzoleni che aveva aperto i lavori e che ha annunciato un Osservatorio sulla fiscalità locale.

Sul Monti-bis, ancora Squinzi: «Se avrà una legittimazione elettorale. Noi siamo ancora oggi la settima o ottava potenza economica del mondo e dobbiamo avere un governo eletto democraticamente».

Dal Governo alla Fiat: «Per la Fiat e Marchionne sono prudente perché non sono più nostri associati, non conosco le loro intenzioni, ma mi auguro che ci sia una quota di investimenti nel nostro Paese». Infine l'appello agli incdustriali: «Dobbiamo mettercela tutta, dobbiamo batterci. Siamo una parte sana del Paese e non possiamo venire meno alla nostra storia. Noi imprenditori non siamo tutti uguali. C'è chi cerca di fare innovazione e lottano disperatamente e poi ci sono gli imprenditori assistiti, quelli che vivono al limite della legalità. L'obiettivo deve essere quello di lasciare spazio per le imprese e che sanno fare profitto. Occorre puntare sulla crescita. Non possiamo avere un tasso di disoccupazione giovanile al 35%, stiamo perdendo non una ma due generazioni».

Anche il presidente e Ad della Brembo, Alberto Bombassei è intervenuto sul Monti bis: «È tutto ancora da fare, però se c'è la volontà si può fare tutto. Le dichiarazioni fatte da Montezemolo e da altri a favore di Monti personalmente le giudico molto positive».

Ma un governo Monti bis è realizzabile? «Oggi è difficile da dirsi, perchè ci sono anche quelli che dicono che per candidarsi bisogna essere iscritti a qualcosa. È comunque già positivo - dice il numero uno della Brembo - che persone come Montezemolo o altri di questo spessore, appoggino una possibile continuità di Monti che, come siamo tutti d'accordo, ha recuperato l'immagine del nostro Paese e sta cercando di sanare alcune delle storture che abbiamo».

Per il presidente di Techint, Gianfelice Rocca «oggi gli imprenditori insieme al mondo politico devono riuscire ad uscire da questa situazione di crisi. Abbiamo di fronte a noi una sfida difficile: concentriamoci su alcuni temi cruciali come quello della dimensione delle aziende e dell'innovazione, argomenti nei quali la Germania è nostro concorrente». Secondo Rocca comunque l'Italia può contare «sulle risorse umane: abbiamo le migliori del mondo».

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