Ubi Leasing, Jannone all'attacco
La replica: utilizza dati riservati

Si scalda il clima all'interno di Ubi Banca, a tre mesi dall'assemblea dei soci che dovrà rinnovare i vertici dell'istituto. L'Associazione azionisti di Ubi Banca guidata da Giorgio Jannone - in un lungo comunicato diffuso nel tardo pomeriggio di giovedì - sottolinea le «irregolarità che sono state evidenziate proprio dalla nostra associazione e che ora trovano piena rispondenza nel procedimento sanzionatorio di Banca d'Italia».

Inoltre, sempre secondo la Banca d'Italia citata da Jannone, «sono emerse nuove esigenze di indagini su singole posizioni» in particolare nel settore nautico. «Solo dopo il nostro intervento, segnala Bankitalia, il consiglio del 3 ottobre 2012 ha delegato al comitato esecutivo l'assunzione delle iniziative a tutela degli interessi delle società con la presentazione di un esposto alla magistratura». 

Per l'Associazione azionisti Ubi «la gravità estrema delle contestazioni mosse da Banca d'Italia a Ubi Leasing conferma in toto le nostre affermazioni: avevamo quindi pienamente ragione e gli amministratori coinvolti erano in gravissimo torto. Ora Banca d'Italia, con un lavoro meticoloso e di altissima professionalità, conferma tutte le nostre perplessità ed evidenzia i danni creati ai soci negli ultimi anni». Jannone conclude parlando di «svolta epocale in vista della prossima assemblea dei soci di aprile. Con la nostra azione abbiamo fatto emergere fatti gravissimi perpetrati a danno dei soci e che hanno causato e causeranno perdita del valore delle azioni Ubi».

In serata, Ubi Banca, parlando di «uso improprio di informazioni riservate da parte di Jannone», ha replicato con un comunicato in cui si fa presente che «l'ammontare dei crediti non performanti della società Ubi Leasing inclusivo delle rilevazioni ispettive della Banca d'Italia è in linea con le medie pubblicate da Assilea (Associazione Italiana Società di Leasing) per il sistema Italia». Ubi conferma poi che «il dossier che l'on. Jannone ha fornito ai vertici del Gruppo è stato prontamente dagli stessi consegnato agli ispettori di Banca d'Italia». E ancora: «Buona parte delle informazioni contenute nello specifico dossier facevano riferimento ad eventi già accaduti sui quali l'istituto aveva già preso provvedimenti. Questo è testimoniato dal fatto che il periodo oggetto dei rilievi è relativo agli anni 2008-2010, mentre gli amministratori di Ubi Leasing nominati nell'aprile 2012 non sono minimamente coinvolti nella vicenda e inoltre buona parte degli interventi organizzativi correttivi riguardanti la gestione della società erano avvenuti prima dell'arrivo degli ispettori di Banca d'Italia e del suddetto dossier, ricevuto nel luglio 2012».

Inoltre, la banca ricorda che «l'apertura di un processo sanzionatorio non rappresenta una "prova di colpevolezza" ma prevede la stesura di controdeduzioni da parte degli attori coinvolti e solo successivamente una definitiva decisione dell'Ente vigilante». Infine, la denunciata «perdita del valore delle azioni Ubi», per il gruppo bancario, «sembrerebbe quasi paradossalmente auspicare un andamento contrario a quello riscontrato nell'ultimo periodo nei mercati».

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