Il mais spinato diventa superstar
Da Gandino alla Venezia dei vip

Un punto di partenza, ma per certi versi anche un ritorno. Il Mais Spinato di Gandino, il nuovo «oro» della Valle del tessile, sbarca a Venezia dove nel ‘600 i mercanti di pannilana gandinesi scambiarono con i turchi i semi di «melgotto» da cui nacque la polenta.

Un allettante punto di partenza, ma per certi versi anche un ritorno. Il Mais Spinato di Gandino, il nuovo «oro» della Valle del tessile, sbarca in questi giorni a Venezia dove agli inizi del ‘600 i mercanti di pannilana gandinesi scambiarono con i turchi i semi di «melgotto» da cui nacque la polenta.

Ad attendere l'antica varietà di mais bergamasco c'è il «red carpet» dell'alta cucina e in particolare Gian Nicola Colucci, executive chef della Terrazza Danieli. Approdare al Danieli per il mais orobico è un po' come conquistare la Sorbona della mondanità: marmi rosa, specchi istoriati, colonne a foglia d'oro e lampadari di Murano: anche Gabriele d'Annunzio fu colpito dal lusso e dal fascino dell'hotel che ha ospitato nel tempo celebrità di ogni tipo (tra gli ultimi Leonardo di Caprio e Angelina Jolie) e che ha proprio nella Terrazza Danieli la sua punta di diamante: dal ristorante infatti si domina il Canal Grande e il centro della città lagunare, che incanta ogni anno milioni di turisti di tutto il mondo e star internazionali.

«Saremo in laguna - spiega Antonio Rottigni, presidente della commissione di tutela del Mais Spinato di Gandino - dal 17 al 19 marzo, per partecipare alla quinta edizione di "Gusto in scena", congresso mondiale di alta cucina ideato da Marcello Coronini, enogastronomo di fama. È l'ennesima conferma della bontà di un lavoro avviato nel 2008 con l'appoggio scientifico dell'Unità di Ricerca per la Maiscultura di Bergamo che ha coinvolto coltivatori ed operatori del territorio, offrendo prospettive di mercato per certi versi inaspettate».

La territorialità specifica dello Spinato di Gandino resta il vero valore aggiunto, certificato anche dal marchio De.Co. istituito dal Comune di Gandino e concesso ai prodotti derivati dallo Spinato. «È nata una filiera unica e completa di prodotti – spiega Rottigni - sui quali lavorano una decina di imprese commerciali. La farina viene macinata a pietra grazie in un mulino consortile installato a Palazzo Giovanelli. Ci sono i biscotti Melgotto e le Spinette (galletta di mais estruso), la Spinata (una sorta di focaccia) e il Fior di Spinato, dolce ideale per i celiaci. Negli ultimi mesi si sono aggiunti il Pan Spinato, gnocchi e "camisocc", le chiacchiere salate, il gelato e le "perle di Gandino", ravioli ripieni ovviamente a base di mais. Molti operatori hanno creduto nel progetto e i riscontri commerciali sono innegabili».

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