C'è anche una firma bergamasca
nel restauro della Mecca in Arabia

Si può definire la «Brebemi» della zincatura la Nord Zinc di San Gervasio Bresciano. Ha, infatti, soci bresciani, bergamaschi e milanesi i quali, su questa particolare «autostrada» avviata nel 1999, sono recentemente arrivati fino alla Mecca, in Arabia Saudita.

Si può definire la «Brebemi» della zincatura la Nord Zinc di San Gervasio Bresciano. Ha, infatti, soci bresciani, bergamaschi e milanesi i quali, su questa particolare «autostrada» avviata nel 1999, sono recentemente arrivati fino alla Mecca, in Arabia Saudita, dove è stato aperto il più imponente cantiere immobiliare del mondo per l'ampliamento e la riqualificazione dell'area della moschea.

Un progetto da 20 miliardi di dollari che vede impegnati 10 mila operai da qui al 2020, portato avanti dalla famiglia Bin Laden, parenti - ma «alla lontana», come pare ci tengano a precisare - di Osama. Giganteschi complessi edilizi, alberghi, ristoranti per i pellegrini, strade, tunnel, passaggi pedonali.

La fornitura della Nord Zinc, per 1,2 milioni di euro, riguarda i trattamenti anticorrosivi e rifinitura della carpenteria metallica per tre grandi edifici che sorgeranno vicino alla moschea, che realizzerà un operatore italiano.

L'azienda con sede nel Bresciano è a guida bergamasca, nella fattispecie Maurizio Alberti, 49 anni, di Valbrembo, amministratore delegato e socio assieme allo zio Domenico Migliorini, amministratore della Ceta Ponteggi di Bergamo.

La punta di diamante dell'azienda è il sistema brevettato ecosostenibile di zincatura-verniciatura Triplex che - come spiega il responsabile marketing Alessio Pesenti - «unisce il processo di zincatura a caldo e quello di verniciatura a polvere passando per una serie di speciali trattamenti superficiali intermedi, che preparano la superficie dei manufatti a ricevere perfettamente le fasi di protezione».

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