Brembo, accordo che fa scuola
Lavoratori al voto da lunedì

L'ipotesi di accordo sottoscritta dall'azienda Brembo e i sindacati deve ancora essere sottoposta al voto dei lavoratori, ma i rappresentanti dei lavoratori parlano apertamente di «un buon accordo».

La parola fine in calce alla vicenda Brembo ancora non c'è. Nel senso che l'ipotesi di accordo sottoscritta da azienda e sindacati deve ancora essere sottoposta al voto dei lavoratori, che si riuniranno in assemblea lunedì, martedì e mercoledì. Ma i sindacati parlano apertamente di «un buon accordo», lasciando intendere che altri spazi di manovra non c'erano.

Sintetizzando l'intesa prevede la mobilità su base esclusivamente volontaria e incentivata, la creazione di un «bacino speciale» e 45 stabilizzazioni da qui ai prossimi 18 mesi. Si chiude così una trattativa che ha visto impegnate le parti a partire dal 10 maggio, quando Brembo ha dichiarato 200 esuberi (su 2.889 dipendenti) concentrati tra gli stabilimenti di Curno e Mapello, o meglio, a 153 di questi non sarebbe stato rinnovato il contratto a tempo determinato in scadenza. All'indomani della firma dell'accordo, Fim, Fiom e Uilm sono unanimi nell'esprimere soddisfazione, pur con qualche distinguo e qualche querelle tutta sindacale.

Pier Capelli della segreteria Fim definisce l'intesa «importante», perché «tutela i lavoratori e dà prospettive ad un'azienda simbolo del territorio (almeno fino al 2016), con investimenti che garantiscono il lavoro». «Va inoltre sottolineato - continua Capelli - che nella discussione è rientrata anche la situazione di chi ha un contratto a termine». Da parte sua il segretario generale della Uilm, Angelo Nozza, che «la trattativa è stata complessa e i 200 esuberi sono rimasti, ma si lavorerà su incentivi e mobilità volontaria e sul recupero dei contratti a termine». Inoltre «non ricordo un accordo in cui ci si sia occupati di chi ha un contratto a tempo determinato». Botta e risposta con Fim e Uilm Il segretario della Fiom, Eugenio Borella, parte dal fatto che «l'accordo non ferma la delocalizzazione verso l'Est Europa (in altre aziende del gruppo Brembo, ndr) prospettata dall'azienda, anche se c'è l'impegno a non trasferire altre produzioni e a non operare nessun intervento di riduzione del personale fino a fine 2016». 

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 25 luglio

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