«Persico», accordo sugli esuberi
Ex «Tora», due ore di sciopero

Accordo raggiunto alla Persico spa di Nembro sugli esuberi annunciati all’inizio del mese scorso: la firma di Fiom-Cgil e Fim-Cisl e dell’azienda metalmeccanica è arrivata martedì 30 giugno, dopo un incontro in Confindustria.

Accordo raggiunto alla Persico spa di Nembro sugli esuberi annunciati all’inizio del mese scorso: la firma di Fiom-Cgil e Fim-Cisl e dell’azienda metalmeccanica è arrivata martedì 30 giugno, dopo un incontro in Confindustria.

La procedura di mobilità era stata aperta l’8 giugno per 21 lavoratori sui 208 in organico. “La forte crisi che sta colpendo il mondo del lavoro non risparmia nemmeno la Persico stampi di Nembro, azienda che produce stampi prevalentemente nel settore dell’automotive e nautica, entrambi mercati in forte calo” commenta Severino Masserini della Fiom-Cgil di Bergamo.

“L’accordo sottoscritto prevede l’accompagnamento alla pensione tramite la mobilità per otto persone. L’azienda integrerà l’assegno erogato dall’INPS fino ad un importo pari al 75% del cud dell’anno 2008. Per i restanti esuberi, l’intesa prevede che siano volontari con un incentivo all’esodo che varia tra i 10.000 e i 40.000 euro in base all’età anagrafica ed all’anzianità di fabbrica”.

Due ore di sciopero, invece, venerdì 3 luglio, alla ex Toora di San Paolo d’Argon, dove, davanti alla sede di via Mazzini, si terrà anche un presidio dalle 9 alle 11. Gli 89 lavoratori della FPG Gravity, in affitto di ramo d’azienda dalla Toora in liquidazione, si trovano in cassa ordinaria per 13 settimane (la terza cassa da novembre). Durante l’ultimo incontro con l’azienda, lunedì 29 giugno, si è registrato il mancato accordo sindacale sull’anticipo della cassa integrazione. “Il mancato pagamento dell’anticipo della cassa rappresenta una preoccupazione serie per il salario dei lavoratori sia perché dà un segnale preoccupante a proposito della tenuta dell’affitto di ramo d’azienda effettuato nel 2008” ha detto Margherita Dozzi della Fiom-Cgil di Bergamo. “All’azienda ora chiediamo un nuovo incontro”.

Infine, è stato deciso giovedì 2 luglio, durante la seduta del Comitato Direttivo della Filcams-Cgil provinciale e su indicazione del sindacato nazionale, che il “Patto per il lavoro nel terziario, distribuzione e servizi” verrà sottoposto al parere dei lavoratori, che si esprimeranno con voto palese.

Si tratta dell’accordo che ricuce lo strappo tra Filcams-Cgil da una parte e Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil dall’altra, creatosi il 18 luglio 2008 con la firma separata di queste ultime due sigle, firma apposta sul rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Commercio.

La Filcams-Cgil decise di non firmare, puntando il dito contro un’intesa che contraddiceva “lo spirito unitario della piattaforma rivendicativa, sostenuta da molte iniziative e da numerosi scioperi unitari”. A Bergamo e in provincia entro il 20 luglio si terranno le consultazione sul nuovo accordo con voto palese dei lavoratori. “Dopo la rottura del luglio 2008, l’intesa è stata trovata. Ora la sottoponiamo al giudizio di coloro che rappresentiamo” spiega Paolo Agliardi, segretario generale provinciale della Filcams-Cgil.

“All’interno del Patto ci sono le questioni che più ci stavano a cuore: quella del lavoro domenicale e quella dei permessi per gli apprendisti. Sulla prima questione la nuova intesa demanda la materia alla contrattazione di secondo livello, cioè sul lavoro domenicale si dà maggior valore alla contrattazione decentrata. Per gli apprendisti, le parti vengono sollecitate ad ampliare le ore di formazione a loro destinate. La Filcams-Cgil resta, comunque, impegnata a ripristinare nella contrattazione aziendale i permessi cancellati per gli apprendisti, dove possibile e nelle forme che, di azienda in azienda, sarà possibile trovare. Il nuovo testo stabilisce anche percorsi congiunti fra le parti sociali in tema di occupazione e crisi, definisce intenti comuni, stabilisce azioni comuni in tema di politiche fiscali e contributive per agire sulla politica del Governo”.

L’intesa adottata un anno fa (e non siglata dalla Filcams-Cgil) assegnava alle aziende il potere di comandare il singolo lavoratore al lavoro domenicale fino a 17 domeniche all’anno. Oltre che eliminare la volontarietà del singolo lavoratore, l’intesa a firma separata non assegnava un reale potere alla contrattazione degli orari e delle aperture domenicali. Ora, la contrattazione aziendale torna centrale in merito a questo tema. In allegato, l’ordine del giorno approvato dal Comitato Direttivo Filcams-Cgil provinciale.

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