La crisi del Gres in Confindustria
l'obiettivo è il ricollocamento

La maratona di venerdì del primo incontro sindacale dopo l'annuncio da parte della Società del Gres dell'intenzione di chiudere lo stabilimento di Sorisole-Petosino si è conclusa dopo la mezzanotte ed ha portato alla definizione di uno scenario che sarà adesso presentato all'assemblea dei lavoratori che si terrà martedì mattina. Un nuovo incontro tra i sindacati e l'azienda del gruppo Italcementi è stato intanto già fissato per venerdì.

I sindacati (Femca-Cisl, Filcem-Cgil e la Rsu dove sono presenti rappresentanti di Femca, Filcem e del SinPa) avevano per la riunione di venerdì alla sede di Confindustria Bergamo solo un mandato esplorativo dai 148 lavoratori per approfondire la situazione e quindi non è stato definito nulla. Si è chiarito comunque che per l'azienda non c'è la possibilità di mantenere un'attività produttiva seppure limitata a un solo forno. È stata invece confermata la possibilità di mantenere una ventina di persone nell'attività commerciale.

Sarebbero inoltre una quarantina le persone che possono maturare i requisiti per andare in pensione entro i tre anni della permanenza nelle liste di mobilità: il numero potrebbe ulteriormente salire se prima dei tre anni di mobilità ci fosse la possibilità di un ricorso a due anni di cassa integrazione straordinaria. In entrambi i casi sarà posta dai sindacati la questione del sostegno al reddito. Per quanto riguarda gli altri 80-90 lavoratori si pone il problema del ricollocamento e degli ammortizzatori sociali.

La soluzione più naturale che viene posta è il ricorso alla cassa integrazione straordinaria che potrebbe essere per cessata attività in quanto la produzione viene interrotta: in questo caso il periodo di Cigs potrebbe essere di due anni (con il secondo anno sottoposto al rispetto di alcuni requisiti, tra i quali, in particolare, l'uscita dalla cassa di almeno il 40% delle persone al termine del primo anno). I sindacati puntano però soprattutto sulla ricollocazione. Ci sarebbe disponibilità da parte del gruppo Italcementi a valutare la situazione, in particolare per quanto riguarda la cementeria di Calusco d'Adda, anche se pure in questo caso la soluzione sarebbe parziale. Per favorire il ricollocamento sarà interessata della questione anche la Provincia per la possibilità di corsi di riqualificazione.

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