Cdc: da Imprese & Territorio
l'altolà a Roberto Sestini

La sorpresa, anche se tutti ufficialmente negano, c'è stata, e un po' di imbarazzo pure. Leggere su L'Eco di Bergamo che la locale Confindustria, per bocca del suo presidente Carlo Mazzoleni, è pronta a sostenere la ricandidatura di Roberto Sestini alla presidenza della Camera di commercio, non ha sicuramente lasciato indifferenti le varie anime (e associazioni) che compongono Imprese & Territorio.

È il segnale che si entra nel vivo di un percorso che porterà al rinnovo del Consiglio camerale e che tutti, nei mesi scorsi, si erano affrettati a definire «lineare, ispirato a linee comuni e condivise». Mica come cinque anni fa, quando erano volati gli stracci e la guerra per conquistare il «parlamentino» di largo Belotti aveva prodotto polemiche feroci e ricorsi assortiti tra i due schieramenti in lizza.

Ora però dalle enunciazioni di principio (che costa poco condividere) si passa alla cruda realtà dei numeri (e dei nomi). E i numeri dicono che Imprese & Territorio avrebbe la possibilità di esprimere una candidatura per la presidenza, cosa che peraltro la «creatura» nata nel 2007 e che conta ben dieci associazioni (Associazione artigiani, Ascom, Apindustria, Coldiretti, Confcooperative, Confesercenti, Cna, Fai, Lia e Cia) ha sempre sottinteso, senza mai rivendicare platealmente.

M la (ri)discesa in campo di Sestini, appoggiato dall'altro «blocco» decisivo per gli assetti camerali, che fa capo a Confindustria Bergamo, costringe Imprese & Territorio a prendere posizione. E se anche stavolta l'intervento è tutto votato all'«understatement», si legge chiaramente tra le righe che Sestini difficilmente potrà diventare il candidato anche di Imprese & Territorio. Il comunicato messo a punto dal Comitato presieduto da Sergio Bonetti, tributa nella premessa ampi riconoscimenti nei confronti del «presidentissimo»: «Anche per noi Sestini è stato ed è un ottimo presidente. Tutte le associazioni di Imprese & Territorio lo hanno eletto e sostenuto nei suoi mandati; anche l'attuale. Grazie alla sua autorevolezza, i principi della legge di riforma camerale, sono stati a Bergamo efficacemente concretizzati in un rapporto leale e costruttivo con le associazioni di categoria».

Poi però arriva la precisazione: «Gli accordi fra Imprese & Territorio, Confindustria e Compagnia delle Opere, prendendo spunto dalla positività della gestione Sestini, hanno individuato come necessario l'avvio di un processo di costruzione del governo della Camera di commercio, improntato su di una squadra competente, rappresentativa e collegiale, laddove il concetto di squadra risulti prevalente su quello individuale. Sarà ovviamente il nuovo Consiglio camerale, nell'ambito dei poteri che gli sono propri e dei 32 membri segnalati, ad eleggere il nuovo presidente».

Tre i punti chiave che emergono da questa seconda parte del comunicato: il primo è quello fondamentale e parla di un maggior gioco di squadra nel futuro dell'ente. In sostanza, pare di leggere che l'identikit del nuovo presidente, secondo le 10 associazioni, non dovrebbe più avere la personalità dirompente di un Sestini, ma sottintendere a una gestione più collegiale di largo Belotti. Non un «no» fragoroso quindi, ma una determinazione a cercare altre strade.

Inoltre i tempi non sarebbero ancora maturi per esprimere un candidato che dovrà comunque vedere nel rinnovato Consiglio il protagonista delle scelte. Di più dai vari esponenti di Imprese & Territorio non è dato sapere, anche se il presidente di turno Sergio Bonetti qualche altra piccola considerazione se la lascia scappare.

«Capisco che in questa fase ogni organizzazione voglia posizionarsi al meglio - dichiara - ma a nostro giudizio ogni valutazione è prematura, anche per rispetto ai 32 che verranno eletti in Consiglio». Quando gli si chiede se era rimasto sorpreso da questa candidatura Bonetti mette le mani avanti: «Non conta cosa posso aver pensato io, ogni candidatura può essere legittima, ma per noi fare un nome oggi non ha senso: ne sono girate anche altre, troppe di questi tempi, significa bruciarle. È legittimo che Confindustria abbia fatto questa scelta, noi faremo le nostre valutazioni». E mentre ricorda a tutti che «noi oggi abbiamo la maggioranza», aggiunge subito dopo che «abbiamo sempre voluto e vogliamo ancora ragionare insieme agli altri, anche su questo tema. Ripeto però, non adesso».
Maurizio Ferrari

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