La protesta degli autotrasportatori 
«La lobby dei costruttori ci penalizza»

Gli autotrasportatori protestano e denunciano: «C'è una lobby dei costruttori di veicoli che vuole costringere camionisti e automobilisti a cambiare il loro mezzo sfruttando norme ingiustamente restrittive, come quelle della Regione Lombardia, sull'inquinamento ambientale dei veicoli».

La denuncia viene da Dario Mongodi, capo Area Trasporti dell'Associazione artigiani di Bergamo e presidente regionale della categoria Trasporti di Confartigianato Lombardia. Le maggiori associazioni dell'autotrasporto nei giorni scorsi hanno chiesto alla Regione Lombardia lo slittamento di quattro mesi del blocco dei veicoli inquinanti previsto per il prossimo 15 ottobre, con particolare riferimento ai veicoli diesel Euro 2 (che sono ancora nuovi essendo immatricolati fino al 2003). La questione riguarda in generale tutti i possessori di veicoli inquinanti e particolarmente i trasportatori, visti i costi di sostituzione.

Nei giorni scorsi è arrivata la risposta del «Pirellone»: non è prevista alcuna proroga al divieto di circolazione dei veicoli Euro 2 diesel in Lombardia, in vigore dal 15 ottobre. Chi non è in regola con il proprio mezzo ma dimostra di aver avviato le procedure per l'installazione dei filtri anti-particolato sul veicolo non incorrerà comunque in sanzioni.

Ci sono però problemi proprio a montare il filtro sui diesel Euro 2; inoltre la Motorizzazione non ne prevederebbe l'omologazione. Eppure gli autotrasportatori insistono: «Vogliamo sederci anche noi attorno al tavolo in cui si prendono le decisioni sull'autotrasporto. È assurdo che noi ne siamo esclusi, e infatti il risultato è che poi vengono fuori normative sbagliate e inapplicabili».

Questo non vuol dire pretendere di essere al di sopra delle leggi. «Noi artigiani - continua Mongodi - confermiamo ancora una volta la nostra volontà di rispettare le regole e di "metterci a norma" anche in materia ambientale per favorire un abbattimento degli agenti inquinanti, però questa delibera ci penalizza terribilmente e ci chiediamo se non esistano spazi per un confronto costruttivo volto a trovare soluzioni condivise per combattere l'inquinamento».

Le limitazioni della Regione si applicheranno alla «Zona A1» del territorio lombardo (agglomerati urbani con maggiore densità abitativa) per il periodo dal 15 ottobre 2009 al 15 aprile 2010, da lunedì a venerdì, dalle 7,30 alle ore 19,30, e riguarderanno il fermo della circolazione dei veicoli Euro 0 a benzina o diesel, Euro 1 diesel ed Euro 2 diesel e dei motoveicoli e ciclomotori a due tempi Euro 0.

«In questo periodo di crisi diffusa, - spiega Mongodi - molte imprese potrebbero incontrare gravissime difficoltà se dovessero sostituire il proprio parco automezzi, con il rischio anche di chiudere l'attività. E in ogni caso, anche le poche imprese in grado di far fronte alla richiesta si troverebbero davanti tempi tecnici per l'ordine e la consegna che vanno ben oltre la scadenza del 15 ottobre».

È vero che ci sarebbe l'alternativa dell'installazione dei filtri anti-particolato, ma Mongodi ci tiene a precisare: «Certo, esiste la possibilità, anziché sostituire i mezzi, di installare dei filtri anti-particolato e allo scopo esistono anche specifici contributi regionali. Tuttavia questi sono limitati a 2.700-3.000 euro e soprattutto creano condizioni di disparità di trattamento fra le imprese del settore dato che non possono essere richiesti dalle aziende aventi sede in comuni diversi da quelli che rientrano nell'area critica, la cosiddetta Zona A1».

Inoltre, a parere dei trasportatori lombardi, il filtro anti-particolato non sarebbe la soluzione ottimale: comporterebbe infatti elevati costi per l'acquisto e per la manutenzione, che diverrebbe semestrale (con costi di 750 euro ad ogni controllo), un aumento dei consumi e una diminuzione della resa.

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