Borsa un disastro, peggio le banche
Ubi, sospesa, -10%, Banco Popolare -9%

Non si ferma la corrente di vendite in Piazza Affari, che nel pomeriggio di lunedì 8 febbraio è peggiorata più delle altre Borse europee: l’indice Ftse Mib ha perso il 4,69%, fermandosi a quota 16.441 punti.

Diversi i titoli bancari sospesi, come Mps, Ubi (eccesso di ribasso, alla chiusura del listino era a -10,48%) e Carige. Saipem è crollata del 25%, il Banco popolare ha perso il 10%, Fca il 9,88%. Prova a tenere Enel, in calo comunque dell’1,35%. E la distanza tra titoli di Stato italiani e tedeschi, lo spread Bund-Btp, si è allargato a 145 punti con il rendimento del decennale all’1,69%.

Dopo i cali della scorsa settimana, questa mattina sembrava che gli indici europei riuscissero a salire e a recuperare terreno. Ma dopo un avvio positivo, però, i listini hanno imboccato la strada del ribasso e sono emerse le vendite su tutti comparti, primo tra tutti quello dei bancari. Ai timori per l’introduzione del nuovo sistema bail-in (che in sostanza esclude eventuali salvataggi di Stato in caso di default bancari), si uniscono anche quelli per un possibile peggioramento dei crediti deteriorati, a fronte di un rallentamento della crescita economica mondiale, e da Oltreoceano quella per una cronica mancanza di redditività.

A Piazza Affari, scesa ai minimi dal luglio 2013, la peggiore tra i bancari è stata Mps (-11,95% a 0,5195 euro), seguita da Bper (-11,93% a 3,97 euro), Ubi banca (-10,48% a 3,45 euro), Bpm (-9,80% a 0,5985 euro), Mediobanca (-9,32% a 5,985 euro), Banco Popolare (-9,09% a 6,955 euro), Unicredit (-5,82% a 3,008 euro), alla vigilia dei conti, e Intesa Sanpaolo (-4,03% a 2,288 euro), dopo i risultati e l’apprezzamento degli analisti per il dividendo.

La peggiore del Ftse Mib è stata Saipem (-25,29% a 0,3885 euro), pagando la decisione di Standard & Poor’s di mettere sotto credit watch negativo il rating della società. Sugli altri comparti, vendite su Poste Italiane (-10,44% a 5,36 euro), Fca (-9,88% a 5,38 euro), Exor (-9,40% a 24,67 euro), oltre al risparmio gestito: Anima Holding (-9,19% a 5,585 euro), Azimut (-8,42% a 16,42 euro), e Banca Mediolanum (-8,31% a 5,57 euro). Limitano i danni Enel (-1,35% a 3,498 euro), ed Enel Green Power (-1,41% a 1,683 euro).

Le case di investimento hanno accolto positivamente le indiscrezioni riportate da Il Sole 24 Ore secondo cui l’esercizio del diritto di recesso da parte degli azionisti Enel Green Power legato al progetto di integrazione in Enel si sarebbe fermato a soli 30 milioni di euro e quindi decisamente sotto la soglia massima di 300 milioni fissata da Enel per procedere all’operazione.

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