Brembo, una sfida col sorriso
Una casa per i bimbi dell’India

Inaugurati i primi centri educativi voluti dalla multinazionale dei freni

Una casa, un sorriso. È ciò che Brembo ha voluto regalare ai bambini e alle donne della periferia di Pune, in India, dove si trova uno stabilimento della multinazionale bergamasca leader nella produzione di sistemi frenanti.Cristina Bombassei, figlia del patron Alberto, da novembre 2014 dirige l’area responsabilità sociale del gruppo (corporate social responsability officer è la qualifica esatta). Da allora, si occupa di tutto ciò che attiene all’etica, allo sviluppo sostenibile, ai progetti per i dipendenti e per i territori dove Brembo lavora. È in questo ambito che nell’ultimo anno ha preso corpo il progetto «House of smile» a favore dell’India più povera.

L’impegno sociale della Brembo in India è cominciato anni fa con il sostegno alla start up «I was a sari» (ero un sari), avviata da un italiano, Stefano Funari, a Mumbai, 120 chilometri a nord di Pune,quarta città industriale del Paese, nello stato del Maharashtra, India centro-occidentale. Partita con cinque sarte, oggi questa impresa ne conta oltre 50. L’obiettivo è dare un’opportunità di autonomia alle donne indiane grazie a un lavoro: in questo caso realizzare accessori, come foulard, pashmine e braccialetti, ricavati dal tessuto di sari dismessi.

Aiutare Funari nel suo progetto e immaginare un passo in più per la multinazionale dei freni diventa un tutt’uno. L’obiettivo finale è già chiaro: costruire da zero (green field) un «Villaggio Brembo» a Pimpri, alla periferia di Pune: un centro di accoglienza diurno per bambini e ragazzi e un centro per l’apprendimento di un mestiere, fra cui quello di sarta. Tra la nascita della start up e l’approdo finale, ci sono alcune tappe intermedie. Una è l’inaugurazione, avvenuta nei mesi scorsi, della «Casa del sorriso». «House of smile» è stato realizzato insieme al Cesvi, l’organizzazione non governativa che ha sede a Bergamo, e Swadhar, organizzazione umanitaria locale. «Oltre ad avere un consiglio di amministrazione composto da donne indiane fortemente istruite - sottolinea Cristina Bombassei -, Swadhar vanta un team di operatori specializzati nell’insegnamento, nell’educazione sanitaria e nell’avviamento professionale con l’obiettivo di accompagnare bambini e donne bisognosi di aiuto verso un percorso di autonomia».

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