Disoccupazione giovanile al 42,3%
Codacons: numero sconcertante

Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni a febbraio è pari al 42,3%, in diminuzione dello 0,1 su gennaio, quando aveva toccato il picco ma in aumento di 3,6 punti su base annua. Per l’Istat i ragazzi in cerca di lavoro sono 678 mila. Per il Codacons un numero sconcertante.

Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni a febbraio è pari al 42,3%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali su gennaio, quando aveva toccato il picco ma in aumento di 3,6 punti su base annua. Lo rileva l’Istat (dati provvisori), spiegando che i ragazzi in cerca di lavoro sono 678 mila.

l tasso generale è invece sostanzialmente stabile (13%) rispetto a gennaio, infatti si registra un aumento di 0,046 punti percentuali che viene quindi arrotondato a 0,0 punti. Invece su base annua la crescita è pari a 1,1 punti.

Guardando alle differenze tra uomini e donne, il tasso di disoccupazione maschile, pari al 12,5%, aumenta sia su gennaio (+0,2 punti) sia in termini tendenziali (+1,4 punti); quello femminile, al 13,6%, cala di 0,2 punti rispetto al mese precedente ma cresce di 0,6 punti nel confronto annuo.(

La cifra risulta in calo dell’1,6% nell’ultimo mese (-11 mila), ma in aumento del 4,2% rispetto allo scorso anno (+27 mila). Insomma, anche se su livelli moto vicini ai record assoluti e in continua crescita tendenziale, febbraio segna almeno un’attenuazione del fenomeno, seppure lieve, a livello congiunturale, ossia mese su mese.

Il dato dell’Istat sulle persone in cerca di lavoro a febbraio, 3 milioni e 307 mila, rappresenta “un numero sconcertante, maggiore della somma di tutti gli abitanti della Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Umbria messi insieme”. Lo afferma il Codacons, aggiungendo che la cifra sui giovani disoccupati, 678 mila sotto i 25 anni, supera la popolazione dell’intera Basilicata.

Secondo il Codacons “per invertire in modo significativo il trend del tasso di disoccupazione, purtroppo, bisognerà attendere il 2016, salvo che il Governo intervenga con misure drastiche, ben diverse da quelle finora annunciate”. Per l’associazione di consumatori, infatti, “non bastano né gli 80 euro in busta paga, per quanto utili, né, tanto meno, il Jobs Act”.

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