Italcementi, contratto cemento
Da Calusco nemmeno un sì all’intesa

Nemmeno una mano alzata - che so - anche solo per sistemarsi il caschetto. Nessuno che, su 61 lavoratori che hanno partecipato alle assemblee dell’Italcementi di Calusco d’Adda, si sia espresso a favore dell’ipotesi di accordo sul contratto del cemento firmata giusto pochi giorni fa a Roma.

In 33 hanno optato per il «no», mentre i restanti 28 si sono astenuti, mostrando una compattezza totale rispetto al rinnovo fresco di firma. È il caso di dire che hanno alzato un muro, ça va sans dire, di cemento.

Per dirla tutta, alla cementeria di Calusco d’Adda lavorano 154 dipendenti, ma - assicurano i delegati sindacali - la media dei votanti si aggira quasi sempre intorno a questi numeri.

Ma vediamo che cosa proprio non è andato giù di un’intesa che nel triennio, a livello economico, porta in busta paga un aumento di 90 euro lordi (erano 120 nel precedente rinnovo contrattuale). Sul «niet» degli addetti di Calusco pesa soprattutto il mancato incremento dell’indennità del primo e del secondo turno di lavoro. Per intenderci quelli che vanno dalle 6 alle 14 e dalle 14 alle 22. Mentre l’indennità del turno di notte (dalle 22 alle 6) è stata portata al 42% (l’aumento è di due punti percentuali), contro «il 5% a cui è ferma da oltre 35 anni quella del primo turno, ad esempio», spiega Fabio Paris della Rsu Fillea-Cgil della cementeria bergamasca. Che, a differenza della collega di segreteria della Fillea di Bergamo, Luciana Fratus, non ha sottoscritto l’ipotesi di accordo.

Un altro punto che non scalda gli animi riguarda il fatto che la prima tranche di aumento salariale (40 euro lordi) scatterà solo a partire dal 1o dicembre 2016, «cosa mai successa - precisa Paris - perché nei precedenti rinnovi contrattuali di solito l’attesa era al massimo di uno-due mesi dalla firma».

C’è da dire che il settore del cemento, con la crisi che ha investito l’edilizia, non sta attraversando una fase propriamente positiva, ed è anche a fronte di questa considerazione che Luciana Fratus giudica l’ipotesi di accordo «dignitosa». La sindacalista precisa che «il contratto si deve guardare nel suo complesso e, pur capendo il disagio rispetto ai turni dei lavoratori, vanno considerati i tanti aspetti positivi. Tra cui il fatto che, a differenza del contratto dei chimici, in quello del cemento non sono previste verifiche annuali sull’andamento dell’inflazione. Quindi l’aumento di 90 euro è certo». Ma, almeno per i lavoratori di Calusco, ci vuole altro.

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