Lavoro, i dati sono sconfortanti
A tempo indeterminato solo uno su 4

I numeri diffusi dalla Cisl provinciale parlano chiaro: il lavoro in Bergamasca continua a perdere colpi. Nel 2013 sono stati 36.900 i bergamaschi in cerca di occupazione, quasi il triplo rispetto al 2008.

Sempre nel 2013 il tasso di disoccupazione nella nostra provincia l’anno scorso è arrivato a toccare il 7,4% (dato in costante crescita da cinque anni). E chi riesce a trovare un posto diventa, nella maggior parte dei casi, un precario: quasi l’ 80% degli avviamenti 2013 non avviene infatti con contratto a tempo indeterminato.

Per Ferdinando Piccinini, segretario Cisl, «la nostra legislazione ha a più riprese ribadito che le assunzioni alternative al lavoro indeterminato dovrebbero rappresentare un’eccezione, ma la realtà degli ultimi anni, anche a Bergamo, dimostra il contrario».

Nel 2013 su 127 mila avviamenti, solo 29 mila sono stati a tempo indeterminato (meno di uno su quattro), frutto per la maggior parte di conversioni di precedenti rapporti non standard oppure conseguenti a cambi d’appalto.

Le restanti assunzioni sono atipiche: 23.424 in somministrazione, 6.028 a progetto, 4.704 a chiamata, 58.560 a termine. «Oltre che precarie, alcune sono poi tipologie contrattuali che spesso non prevedono nemmeno le tutele fondamentali del lavoratore: penso alla maternità o alla malattia».

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