Motori Grassobbio, il giorno più duro
Lettere di licenziamento a tutti i dipendenti

Dieci giorni fa l’annuncio dell’intenzione di mettere in liquidazione la società e di licenziare i 12 lavoratori rimasti, lunedì 13 febbraio sono state consegnate le lettere di licenziamento alla motori Grassobbio s.r.l.

La Motori Grassobbio srl aveva fatto sperare in un salvataggio dei posti di lavoro appena un anno e due mesi fa quando era subentrata nello stabilimento della FAAC, assumendo 14 dei suoi ex lavoratori (poi 12 rimasti). Il 1° febbraio scorso, invece, ha annunciato la cessazione dell’attività. I lavoratori attendono il pagamento del saldo dello stipendio di novembre, gli interi importi di quelli di dicembre e gennaio oltre che la tredicesima mensilità. Si sono svolti già due scioperi il 2 e il 7 febbraio contro l’annuncio dei licenziamenti imminenti.

«Si tratta di persone che un anno e due mesi fa avevano voluto dare credito al nuovo imprenditore subentrato nello stabilimento di Grassobbio dopo che FAAC aveva annunciato la chiusura per trasferire la produzione in Bulgaria, lasciando a casa 50 dipendenti» ha riferito Fulvio Bolis della Fiom Cgil. «Nonostante tutti i dubbi che nutrivamo nei confronti della nuova società arrivata, questi lavoratori hanno voluto credere in una prospettiva di lavoro. Oggi sappiamo che l’imprenditore che concluse con FAAC un accordo per la ricollocazione dei dipendenti non è in grado di garantire occupazione per il futuro. Se vuole cancellare l’impressione che tutta l’operazione di avvicendamento nello stabilimento di Grassobbio sia stata solo un tentativo per salvare la faccia, FAAC dovrebbe responsabilmente farsi carico della situazione con un aiuto concreto ai lavoratori. Il 9 febbraio abbiamo formalmente chiesto un incontro alla direzione FAAC per un confronto complessivo sulla vicenda. Restiamo in attesa di una risposta».

«Quelli Mg Motori Grassobbio, sono lavoratori sfortunati due volte perchè hanno creduto nella serietà del nuovo imprenditore, ha detto Marco Tebaldi delegato della Fim Cisl, e ora si trovano senza lavoro e con tre mensilità arretrate. Abbiamo chiesto all’azienda un incontro, speriamo nella loro sensibilità ma fino ad ora non abbiamo ricevuto alcuna risposta».

© RIPRODUZIONE RISERVATA