Piazza Affari mai così male
Banche a -20%, salva Italcementi

La Brexit travolge Milano e Madrid prima ancora che Londra. Piazza Affari ha chiuso la peggior seduta di sempre, con flessioni superiori a quelle seguite all’11 settembre e al crack di Lehman Brothers.

Il Ftse Mib ha ceduto il 12,48% e il Ftse All Share l’11,75%. Madrid ha seguito Milano con un crollo anch’esso superiore al 12% (12,35%) mentre Francoforte e Parigi hanno perso fra il 6 e l’8%. Zurigo si è confermata piazza difensiva limitando il calo al 3,4%. La vera sorpresa è Londra che, dopo un avvio molto negativo, ha limitato le perdite arrivando a chiudere in calo di poco più del 2% grazie a una composizione dell’indice che privilegia materie prime legate all’oro e titoli difensivi come i farmaceutici, ma anche per i timori che altri Paesi possano seguire il Regno Unito portando ulteriori elementi di incertezza nella Ue quando a Londra la situazione sembra ormai «definita».

Milano è stata fra le Borse più penalizzate risentendo del crollo delle banche con Unicredit e Intesa Sanpaolo in calo di oltre il 20% così come Bpm e Banco Popolare. Male sostanzialmente tutti i maggiori titoli. Anche le società più difensive come Recordati e Snam hanno perso fra il 4 e il 5%.

L’indice Ftse Mib, dopo aver faticato ad aprire, con buona parte dei titoli del listino principale, a partire dalle banche, incapaci di far prezzo in avvio, ha terminato col maggior calo di sempre, davanti anche a Madrid, l’altro mercato della periferia dell’area euro, più tartassato dalle vendite e penalizzato dall’ampliarsi degli spread sul Bund tedesco. Peggio ha fatto solo Atene (-13,4%).

Le quotazioni a fine giornata sono da bollettino di guerra per le maggiori banche: Bper -24,61%, Bpm -24,28%, Unicredit 23,79%, Banco Popolare -23,3%, Intesa -22,94%, Mediobanca -21,22%, Ubi -20,69%. Non va meglio a grandi gruppi Mediaset (-17,17%) e Telecom (-16,16%), soffre anche Fca (-9,37%). Tiene, grazie all’ Opa di Heidelberg, solo Italcementi (-0,66%) e tutto sommato limita i danni anche Luxottica (-3,33%).

Sul fronte dei cambi la sterlina, dopo aver toccato i minimi dal 1985 sul dollaro, a 1,3406 ha recuperato a 1,3732 che rappresenta comunque un minimo dalla primavera 2009. Rispetto all’euro, la sterlina scambia a 0,815 sui valori di giugno 2014. Il rapporto fra euro e dollaro si attesta a 1,1112 mentre il rapporto fra dollaro e yen si attesta a 102,185.

L’incertezza sui mercati e sulle prospettive dell’economia hanno anche affossato il prezzo del petrolio con il Wti in calo del 4,4% a 47,91 dollari al barile. L’euro resta stabilmente sopra i 1.310 dollari l’oncia, in rialzo del 4,2%. Per quanto riguarda lo spread, il differenziale fra il decennale tedesco e quello italiano risale a 163 punti base con il rendimento del Btp a 10 anni pari all’1,57%.

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