«Popolari, riforma da rifare»
Un appello a cambiare

L’appello è forte e autorevole, firmato da 163 economisti e accademici di tutte le Università italiane.

La richiesta è in sostanza quella di fermare, così come è stata formulata, la riforma delle Popolari, che secondo il parere dei cattedratici, desta molte perplessità, anche perché «muove in direzione contraria a quanto suggerito da gran parte della letteratura bancaria negli ultimi anni, in cui non verrebbe evidenziata alcuna correlazione tra rischiosità di una banca e voto capitario e tra capitalizzazione di una banca e voto capitario».

L’iniziativa, (promossa nei giorni scorsi sul quotidiano Avvenire) a cura di Leonardo Becchetti (Università Tor Vergata) e Giovanni Ferri (Lumsa) vede tra i firmatari anche due docenti dell’Università di Bergamo: Riccardo Leoni che insegna Economia del Lavoro ed Elena Cefis docente di Economia dell’Innovazione.

L’appello degli economisti cita numerosi studi internazionali che rilevano la maggiore stabilità delle banche cooperative nel confronto internazionale, dimostrando anche che le banche con voto capitario prestino una quota superiore degli attivi e abbiano una volatilità degli utili minore delle banche.

Inoltre secondo gli studiosi, nessun grande Paese europeo sta pensando di abolire il voto capitario: «Le banche popolari - sostengono - non hanno registrato performance peggiori della media di sistema negli stress test della Bce, inoltre è un dato di fatto che la crisi finanziaria globale è stata soprattutto una crisi di grandi banche Spa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA