Scafo distrutto alla Volvo Ocean Race
L’arrivo nei cantieri Persico - Video

È filato liscio come l’olio il viaggio, almeno quello su strada, della Team Vestas. L’imbarcazione, incagliata e praticamente distrutta sulla barriera corallina di St. Brandon, nell’Oceano Indiano, durante una delle tappe della Volvo Ocean Race.

Lo scafo è arrivato lunedì al porto di Genova, alle 3.30 di ieri notte puntuale si trovava già al casello autostradale di Bergamo, pronta per risalire in direzione Nembro e affidarsi alle cure della Persico Marine.Al seguito del trasporto eccezionale, che nella prima mattinata ha raggiunto senza intoppi la Val Seriana, c’era anche parte dell’equipaggio (nei prossimi giorni è atteso lo skipper australiano del team danese, Chris Nicholson) che ha poi aiutato a scaricare la barca nel capannone allestito appositamente nell’area dell’ex Comital.

Il primo esame puntuale della situazione (un sopralluogo con un tecnico dell’azienda bergamasca guidata da Marcello Persico, era già avvenuto in Malesia) ha evidenziato che i danni sono ingentissimi, tanto che più che a rimettere in piedi la barca adesso si parla di «costruirne una nuova utilizzando - spiega Persico - quanto più possibile del vecchio scafo».

È decisamente presto, invece, per stabilire la conclusione dei lavori. «Ovviamente la proprietà preme per rimetterla in mare quanto prima e farla partecipare a più tappe possibili, a cominciare da quella del 6 giugno a Lisbona, terz’ultima regata della Volvo Ocean Race. Ma al momento non possiamo garantire nulla - precisa l’amministratore delegato di Persico Marine -, le valutazioni andranno fatte in corso d’opera».

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