Sciare anche con 15 gradi?
Un cannone bergamasco spara la neve

È un ingegnere bergamasco di 36 anni, Francesco Besana, l’inventore del cannone che spara neve anche quando il termometro sale fino ai 15 gradi.

Si chiama NeveXn (Neve Perenne) che è il nome del progetto, ma anche la denominazione della start up nata nell’incubatore «Manifattura» di Rovereto con sede operativa a Comano Terme (Trento), con tre soci (oltre a Besana ci sono Anna Vanzo e Fabiano Maturi) e alcuni consulenti.

Il prototipo brevettato da Besana è stato presentato nei giorni scorsi a Tesero in Val di Fiemme: è assolutamente «verde» dal momento che usa energia termica, quindi anche quella solare, e non elettrica. Il tutto senza l’utilizzo di additivi chimici, ma sfruttando il principio noto agli addetti ai lavori come il «punto triplo» (liquido, gassoso, solido cioè: acqua, vapore e neve-ghiaccio) dell’acqua che non esiste in natura, ma è riproducibile. Funziona a qualsiasi temperatura e umidità, e non risente del vento.

Non solo. Crea liquido frigorifero (Ice Slurry) e può desalinizzare e depurare le acque. Un’invenzione rivoluzionaria dal momento che nessuno finora era riuscito a realizzare un congegno che producesse neve, compatto, facilmente trasportabile, economico e «green». Per la verità ad arrivare per prima a produrre neve sfruttando il principio del «punto triplo» dell’acqua è stata l’azienda israeliana Ide (leader mondiali nella desalinizzazione dell’acqua), ma il suo macchinario pare consumi una gran quantità di energia e l’impianto è gigantesco. Quindi costoso, ingombrante e inquinante. Niente a che vedere con la creazione del Besana.

L’ «Archimede» orobico, sposato e prossimo papà, ultimo di 4 figli - due fratelli e una sorella – oggi vive a Trento e dal lunedì al giovedì è il coordinatore di diversi ricercatori per un gruppo industriale. Ma è nato e cresciuto a Colognola, ha studiato al liceo scientifico «Mascheroni» e si è laureato alla facoltà di Ingegneria a Dalmine. Il suo chiodo fisso? Le nuove tecnologie per l’energia e l’ambiente con le quali si è misurato da subito dopo la laurea. «Dopo aver ottenuto il dottorato proprio in “Tecnologie per l’energia e l’Ambiente”- racconta - ho trascorso un periodo di studio a Berkeley in California. Lì ho iniziato a visionare quanto era stato progettato finora e a pensare a un prototipo per la produzione di neve sopra gli zero gradi centigradi, perché ritenevo che fosse estremamente utile per preparare il primo strato sulle piste in attesa delle nevicate e senza aspettare che la temperatura rimanga stabilmente sotto lo zero».

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