Ubi, raggiunto l’accordo coi sindacati
Esodo anticipato per 500 dipendenti

È stato siglato all’alba di mercoledì l’accordo per la riorganizzazione del Gruppo Ubi Banca: prevede un piano di esodo anticipato per almeno 500 unità nei primi mesi del 2015.

L’esodo avverrà mediante accesso su base volontaria al trattamento pensionistico o al Fondo nazionale di sostegno al reddito. L’accordo - precisa un comunicato della banca - contiene una serie di previsioni fra le quali il contenimento degli oneri derivante dai criteri di fruizione dei congedi e dal ricorso a forme di flessibilità – tra cui le modalità innovative di concessione del part time già applicate nel gruppo e la sperimentazione di telelavoro e smart working - e di sospensione dell’orario di lavoro.

Soddisfatti dell’accordo i sindacati: sei quelli che hanno firmato (Fabi, Fiba, Uilca, Dir Credito, Ugl e Sinfub, mentre la Fisac Cgil si è riservata di farlo dopo una valutazione). Inizialmente il piano prevedeva l’uscita di 1.277 dipendenti: l’accordo prevede invece che 777 saranno reimpiegati in altri campi.

Al fine di supportare il ricambio generazionale e sostenere le politiche in tema di occupazione giovanile, il Gruppo Ubi procederà, nel corso del biennio 2015-2016, all’inserimento di 150 nuove risorse - in relazione alle adesioni al piano di esodo anticipato - e alla stabilizzazione di 130 rapporti di lavoro temporaneo già in essere nel gruppo, tenendo anche conto dei termini dei contratti in essere.

Il complesso degli interventi - scrive la banca - presenta caratteri di sostenibilità sociale e consente un risparmio a regime di circa 50 milioni di euro lordi annui, in buona parte conseguibile già dal 2015, che contribuirà a contenere il costo del personale. Gli oneri una tantum relativi agli esodi di cui sopra, da contabilizzarsi interamente nel quarto trimestre dell’esercizio in corso, sono stimati in circa 110 milioni di euro lordi.

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