Un bergamasco per Paciotti
Nuova linea per Stefano Cavalleri

Stefano Cavalleri la chiama «la sua seconda giovinezza», tutto intento a ripensare alla pelle e il celebre spadino che contraddistingue da sempre il logo di Cesare Paciotti, quel look rock che lo stilista bergamasco ha ora rieditato in un mood più couture.

«A 60 anni è una bella sfida, una nuova avventura» sorride lui, e siamo molto distanti dai boccioli di rose della sua linea QuisQuis o dai ricami e pizzi della collezione di From The World, i brand nati dal suo estro creativo dopo aver terminato l’esperienza stilistica con I Pinco Pallino.

Da qualche giorno, e la notizia sarà divulgata nelle prossime ore, Stefano Cavalleri è il direttore creativo della nuovissima linea per bambini «Cesare Paciotti», progetto voluto dallo stesso Paciotti che ha proposto a Cavalleri la collaborazione, con un contratto triennale: «Dopo la sua collezione di abbigliamento donna e uomo, Paciotti voleva pensare anche ai più piccoli, a prescindere dal suo brand più casual 4US».

La prima collezione la vedremo al Pitti Bimbo a gennaio, dal 22 al 24 a Firenze, con Cavalleri che si dividerà tra lo stand del marchio marchigiano e lo spazio che ha riservato per presentare le nuove collezioni delle sue linee. Con un’altra novità: dopo tre anni di licenza con Mafrat, il bergamasco ha cambiato azienda e ora collabora sempre a Putignano, in Puglia, ma con la Ivr, «solida realtà del mondo della moda che mi ha offerto opportunità di crescita molto interessanti» spiega Cavalleri. Con delle opportunità: «Lavorare con QuisQuis in maniera più sartoriale, spingendo su un brand sempre più di alto livello e nicchia e garantendomi una produzione totalmente made in Italy – continua -. Credo molto sull’italianità e nei progetti di sviluppo dei miei due marchi c’è anche quello di ritornare più in Italia anche nella distribuzione. Con una vera e propria filosofia artigianale e di atelier sartoriale che qui in Puglia mi sono ricostruito». Una necessità stilistica, per lui che ha sempre amato abiti che raccontassero arte e preziosità. C’è così QuisQuis, con i suoi abiti ricercati: «Ho implementato la linea maschile, con una collezione molto lussuosa, elitaria e dalle lavorazioni sartoriali italiane». Il made in Italy non è invece una prerogativa di From The World: «Lo dice il nome del brand, che non deve essere considerato una seconda linea ma un brand allo stesso livello di QuisQuis, con un 70% della produzione che privilegia l’etnicità del prodotto, tra Marocco, India e la pregiata lana alpaca peruviana».

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