Spionaggio
Ipotesi inquietanti

Già il cognome, «Occhionero», è tutto un programma e chissà forse anche un destino. I due fratelli Giulio e Francesca, lui ingegnere nucleare, lei sportiva e maratoneta, secondo le accuse della procura di Roma spiavano mezza Italia del potere e delle istituzioni: Mario Draghi, Matteo Renzi, Ignazio La Russa, Fabrizio Cicchitto, l’ ex sindaco di Torino Piero Fassino, l’ ex ministro Fabrizio Saccomanni, l’ ex premier Mario Monti, l’ ex capo di gabinetto del Tesoro Vincenzo Fortunato, Michela Vittoria Brambilla, l’ ex presidente della Regione Campania Stefano Caldoro.

I due spiavano persino le mail in Vaticano della casella postale del cardinale Gianfranco Ravasi, a capo del Pontificio consiglio della cultura e del dialogo. Tra le vittime anche Saverio Capolupo ex comandante generale della Guardia di finanza e Paolo Poletti ex capo di Stato maggiore della Guardia di finanza ed ex vicedirettore dei servizi segreti.La faccenda è maledettamente seria anche se talvolta le vittime prescelte fanno un po’ pensare sulla serietà della situazione (che diavolo cercavano di spiare al cardinale Ravasi? Uno dei suoi meravigliosi saggi di ricerca biblica?): l’ ingegner Giulio e Francesca Occhionero, due personaggi molto in vista nell’ alta società capitolina, sono stati arrestati con l’ accusa di aver violato sistemi informatici importantissimi per procacciarsi notizie sulla sicurezza dello Stato.

L’ ipotesi dell’ uso delle informazioni di solito è sempre la stessa, anche se cambiano i tempi: il caro, vecchio «dossieraggio», ovvero la compilazione di dossier riservati, solitamente destinati a minacciare qualcuno o a tenerlo sotto scacco nel caso vi siano segreti inconfessabili o compromettenti. Solitamente - se andiamo a vedere le inchieste passate - la cosa si risolve con un fuoco di paglia poiché i dossier di solito non contengono nulla di compromettente, a meno che non si tratti di materiale farlocco (è avvenuto abbondantemente in passato). Nell’ inchiesta battezzata «Eye Pyramid», occhio della Piramide, gli esperti della Polizia postale hanno individuato una vera e propria «centrale di controspionaggio». Secondo l’ accusa i due utilizzavano «una estesa rete di computer preliminarmente infettati tramite la diffusione di un malware (in pratica un software dannoso, atto a distruggere i sistemi informatici, ndr) denominato Eye Pyramid (dal quale prende anche il nome l’ operazione). Per anni i due fratelli avrebbero acquisito dai computer delle vittime prescelte notizie riservate, dati sensibili, informazioni, gelosamente custodite oltreoceano in impianti riservati, ora sequestrati dagli operatori della Polizia postale, grazie alla collaborazione degli agenti americani della Cyber division dell’ Fbi. Una rete molto ben strutturata e potente, da far invidia agli hacker di Putin.

Ma la domanda che tutti si stanno facendo (non c’ è bisogno di essere un esperto di servizi segreti per farsela) è per chi lavorassero i due intraprendenti fratelli, nel caso le accuse si rivelino fondate. Nessuno può credere che una tale messe di materiale, che un tale sistema degno della «Spectre» fosse esclusivo appannaggio dei due intraprendenti fratelli «Occhionero». Chi c’ è dietro di loro? Per chi lavoravano?Quale struttura parallela si nasconde dietro quei due nomi? E qui le ipotesi si fanno inquietanti, finendo per evocare i tanti buchi neri che hanno costellato la storia d’ Italia, a cominciare dalla P2 di Licio Gelli.

Tra l’ altro fra gli osservati speciali, oltre a numerosi uomini di Stato e politici, c’ era pure una loggia massonica. Siamo in presenza di una P4 (tra l’ altro qualche punto di contatto pare che ci sia) o addirittura di una P5? E che finalità ha questa P5? Un altro «Piano di rinascita nazionale» come quello di Licio Gelli? O che altro? Quello che amareggia è che in Italia cambiano i tempi e i mezzi tecnologici, ma i coni d’ ombra di questa nostra sfortunata Repubblica rimangono.

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