Trasporti, serve
la cura del ferro

Che nella Bassa non si fermi l’Alta velocità è solo un gioco di parole, non per forza una negatività. È normale che l’Av faccia poche fermate. Chi mai va oggi a Roma, sostando a Bologna e Firenze? Chiedere ai supertreni di fermarsi a Treviglio sarebbe come chiedere al volo Milano-Roma di far scalo a Pisa, solo perché è sulla rotta… I problemi del servizio ferroviario della provincia di Bergamo non stanno dunque nella vetrina (la nuova linea che parte a dicembre tra Milano e Brescia), ma nel laboratorio del rapporto tra innovazione spinta e trasporto tradizionale, che non sono politiche alternative, come sostiene una certa demagogia, anzi l’una può aiutare l’altra, con i suoi prezzi di mercato e non sovvenzionati.

Ma soprattutto i problemi sono diversi a seconda delle priorità di ciascuna zona della provincia. Treviglio è servita da un collegamento con Milano ogni quarto d’ora, quasi una metropolitana, con una scelta che va al di là dei classici terminali della Centrale e di Lambrate (da cui arrivare a Garibaldi e Greco Pirelli). Ma oggi è possibile anche scegliere il quartiere di Milano dove arrivare, grazie ad una linea sotterranea che attraversa tutta la metropoli e, tra l’altro, ti deposita in pieno centro, tra corso Venezia e corso Buenos Aires.

C’è, è vero, il sottoutilizzo della seconda Stazione trevigliese, la Ovest, che per un paio di minuti di percorrenza guadagnata non vede più i «Bergamo», e forse qualche fermata qui sarebbe utile, almeno in certe fasce. Il vero problema della linea bergamasca, che comincia a Romano di Lombardia, è però un altro: quello del «solo posti in piedi» che gli utenti del mattino e della sera, appunto i pendolari, incontrano con regolarità assoluta. E posti in piedi vuol dire meno controlli: dai biglietti all’ordine pubblico.

Il problema è perfettamente speculare al Bergamo-Milano, che troppo spesso, per non dire sempre, già a Verdello è impraticabile: lo confermano cronache recentissime. È qui il punto debole del sistema, perché per assomigliare davvero a Londra e Parigi, bisognerebbe almeno poter leggere il giornale la mattina e schiacciare un pisolino la sera.

Ma i problemi della Bassa non sono esattamente quelli di Treviglio, dove arriva ma si ferma il servizio innestato con la metropolitana di Milano. I trecentomila abitanti circa del bacino potenziale hanno una difficoltà diversa, quella di arrivare alla stazione Centrale di Treviglio. In macchina è praticamente impossibile, per carenza di parcheggi, pur negli anni raddoppiati. L’hub che servirebbe non è dunque ferroviario ma di interscambio, facendo di Treviglio, il centro vero della mobilità non solo di mezza provincia, ma anche dei territori di Lodi e di Crema, che lo chiedono insistentemente. È un piccolo triangolo delle Bermude, il Treviglio-Lodi-Crema, che non ha punti di appoggio e annulla così potenzialità importanti.

Realizzando questo hub, diventerebbe oltretutto più forte la ragione per chiedere di fermarsi a treni veloci (non Av, ma treni veloci) che colleghino le due sponde della pianura Padana: Torino da un lato e Venezia-Trieste dall’altro. Collegamenti diretti che un tempo c’erano, mentre oggi per andare a Venezia l’utenza bergamasca deve cambiar treno a Brescia o a Milano. Infine ci sono i problemi specifici di Bergamo e del suo hinterland, molto diversi da quelli fin qui descritti.

L’isolamento ferroviario del capoluogo risale alle scelte del 1846, con la realizzazione della direttissima Milano-Venezia, ma oggi non c’è solo un problema di rapporto veloce con Milano e Brescia, reso più urgente dalla necessità di raccordare Bergamo con l’Alta velocità.

C’è, in carenza di un volo su Roma, la necessità di un accesso veloce alla Capitale. E al tempo stesso, aggiornando le linee esistenti, puntare sulla «cura del ferro» di cui ha parlato positivamente il ministro Delrio, per quanto riguarda l’asse ovest-est sotto la città. Le Valli, tanto più se raggiungibili con servizi treno-tranviari completati, non potrebbero evidentemente che avvantaggiarsene.

Novità assoluta degli ultimi anni, è quella di avere in Regione Lombardia un assessore bergamasco ai Trasporti, per di più giovane e proprio della Bassa. È un’occasione da non perdere per le varie questioni che abbiamo visto, prima tra tutte quella di far viaggiare seduti i nostri pendolari, in convogli veloci e con la temperatura giusta.

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