Guida alle birre d’Italia 2017
Ecco le migliori bergamasche

Per i birrifici artigianali bergamaschi piovono citazioni ed elogi nella nuova «Guida alle birre d’Italia 2017» edita da Slow Food: cresce, di numero e di valore, la presenza dei produttori bergamaschi.

Sono ben 12 i birrifici segnalati (nella edizione precedente erano otto) e con loro brillano sette «Grandi birre», di assoluto valore organolettico, da non perdere: la Aeresis Black Ale di Elav, la Caliban di Endorama, la Dark Side di Valcavallina, la Bulk e la Killer Queen di Hammer, Camoz e Morosa di Via Priula.

Nella sezione «Le Chiocciole» – massimo riconoscimento per i birrifici (25 in tutta Italia) che alla Guida sono piaciuti in modo speciale per qualità e costanza dei prodotti, per il ruolo svolto nel settore birrario nazionale e l’attenzione a territorio e ambiente – troviamo solo il Birrificio Indipendente Elav di Comun Nuovo, che è anche il più produttivo della Bergamasca.

Tra le birre «Slow» che, oltre ad essere eccellenti per valore organolettico, sono in grado di emozionare, perché raccontano la storia di un territorio, di un birrificio o di un birraio, la Guida inserisce solo la «Punks Do It Bitter» di Elav.

La quinta edizione della Guida Slow Food (512 aziende raccontate, 2.708 birre recensite) ha riservato dignità di pubblicazione ai birrifici orobici: Lemine di Almenno San Salvatore, La Ghironda di Brusaporto, Dom Byron di Clusone, Elav di Comun Nuovo, Hop Skin di Curno, Valcavallina di Endine Gaiano, Endorama di Grassobbio, Sguaraunda di Pagazzano, Birrificio del Lago di Sarnico, Otus di Seriate e Hammer di Villa d’Adda. Nell’elenco figura anche il birrificio Via Priula di San Pellegrino, inserito tra le beer firm, ovvero i birrifici produttori senza impianto di proprietà. È la novità di questa edizione: la guida ha deciso di inserire le beer firm a patto di chiarire l’indicazione del birrificio che produce le birre, almeno sul sito internet e sui social di riferimento, adeguando appena possibile anche le etichette sulle bottiglie.

Nessuna etichetta bergamasca nelle «Bottiglie», il segmento riservato ai birrifici che esprimono un’elevata qualità media su tutta la produzione e che hanno convinto particolarmente per le birre più complesse, articolate, di grande carattere e profondità. Va meglio nella sezione «I Fusti», le aziende che esprimono per la Guida un’elevata qualità media su tutta la produzione e convincenti particolarmente per le birre più semplici, facili da bere, ma che mantengono grande personalità: qui figurano Valcavallina, Endorama e Hammer.

Un raggruppamento ben più corposo lo troviamo invece nella sezione “Birre quotidiane” (grande qualità organolettica che ha come caratteri principali equilibrio, semplicità e piacevolezza) dove spiccano la No War di Elav, la Tzunami di Hop Skin, la Albarossa, la Calypso e la Sunflower di Valcavallina, la Malombra, la Milkyman e la Vermillion di Endorama, la Wave Runner di Hammer, Loertis e Rosa di Via Priula.

© RIPRODUZIONE RISERVATA