Il cuoco di Martinengo
seduce la Toscana

È un luogo magnifico il Toscana Resort Castelfalfi. Lo è per chiunque abbia la fortuna di poter soggiornare tra l’albergo di charme la Tabaccaia o in uno degli appartamenti che la proprietà – la tedesca Tui Ag, il più importante tour operator al mondo – ha ristrutturato tra l’antico borgo etrusco e i casali sparsi per la proprietà, il cui valore prende corpo solo a citarne le dimensioni, oltre mille ettari.

Per non dire dei golfisti che, tra a le colline a cavallo tra le province di Firenze e di Siena, possono cimentarsi su un green tra i più belli d’Europa: le riviste specializzate lo mettono addirittura sul podio. Un posto da favola, insomma, visibile nella sua interezza e a 360 gradi dall’alto del castello che ospita il ristorante La Torre, la tavola gourmet di Castelfalfi, governata da due anni da Michele Rinaldi, un giovane ma già esperto cuoco bergamasco. Originario di Martinengo, classe 1985, dopo gli studi all’Alberghiero ha macinato sin da giovanissimo esperienze in insegne significative, dall’Abacanto di Ranzanico, quando la cucina era nelle mani di Chicco Coria, all’Albereta di Erbusco ai tempi di Gualtiero Marchesi; dalla Spagna di Martin Berasategui (3 stelle Michelin) alla Cantalupa di Brusaporto da Vittorio.

Sono stati proprio i fratelli Cerea ad affidare a Michele Rinaldi il primo bastone di comando di una cucina, ai tempi della consulenza all’Acquacotta dell’Hotel Terme di Saturnia (un’insegna che, sotto la loro giurisdizione, aveva conseguito anche la stella Michelin). Un’esperienza chiusa con un bagaglio di professionalità rimpinguato e con il desiderio di tentare la via di una gestione in proprio, possibilmente rimanendo in Toscana. Un’opportunità che si è materializzata appunto nella Torre di Castelfalfi, la «location» ideale per mettere in pratica un’ideale di cucina che si muove con sicurezza, partendo dai temi della tradizione – dirige anche la scuola di cucina frequentata come tutto il resort da ospiti da tutto il mondo –, per abbracciare una creatività, diciamo così, controllata, senza estremismi, sempre finalizzata all’esaltazione del gusto delle materie prime, reperite soprattutto dai contadini e dagli allevatori del circondario.

Un approccio che si materializza nei due menu degustazione denominati «tradizione» e «sensazioni», rispettivamente 4 e 6 portate in lista a 50 e 60 euro (in rapporto ad ambiente e qualità dei piatti, prezzi di assoluta convenienza). Due piatti in evidenza tra quelli assaggiati: la ribollita ieri e oggi, in versione classica e rivista scomponendo le verdure; il piccione novello, un «must» per chi viene in Toscana, servito con cavolo toscano, risina di Spello e tartufo nero estivo. Dalla corposa lista dei vini, si possono scegliere anche quelli prodotti nella cantina di casa, tra i quali si segnala il Poggio alla Fame, sangiovese in purezza.

La Torre del Toscana Resort Castelfalfi è nell’omonima località del comune di Montaione (FI); tel. 0571.891400; www.castelfalfi.it.

© RIPRODUZIONE RISERVATA