Roberta Agnelli nuova
delegata Ais a Bergamo

Roberta Agnelli, di Cisano Bergamasco (dove è anche assessore ai Servizi sociali, Cultura e Istruzione), è il nuovo volto della delegazione bergamasca dell’Associazione Italiana Sommelier.

Nella vita fa la docente di scuola elementare. Una vita piena di interessi, mettendo passione e impegno in tutto quello che fa. «Raccolgo il testimone da Nives Cesari, per anni delegata di Bergamo – afferma – e la ringrazio per tutto ciò che in questi anni mi ha insegnato. Rivolgo un pensiero anche a Italo Castelletti, storico esperto del mondo del vino, che ho avuto la fortuna di conoscere e che mi ha trasmesso la passione per questo settore. L’Enoteca al Ponte, oggi condotta dal figlio Luca, rimane sempre un punto di riferimento importante».

La passione di Roberta per il vino nasce durante gli studi universitari. Per un periodo ha vissuto in Francia, nella regione della Loira, e proprio lì ha cominciato a girare per vigne e produttori. Una decina d’anni fa ha frequentato il primo corso Ais e dopo qualche anno è diventata sommelier.

Ho visto e ascoltato per la prima volta Roberta Agnelli guidare una degustazione nello scorso settembre alla festa del Moscato di Scanzo. Davanti a una schiera di sindaci e autorità invitate, ha parlato con estrema sicurezza, competenza e in termini assolutamente comprensibili a tutti, dimostrando una grande passione non solo per il vino in generale ma per quello bergamasco in particolare, per il quale crede in un futuro sempre più roseo. Il suo ricordo sincero di Veronelli e di Italo Castelletti ha dimostrato attaccamento alla terra bergamasca e al suo futuro enologico.

Da insegnante afferma: «I testi di geografia della primaria e della secondaria descrivono la Lombardia come una regione a vocazione quasi esclusivamente industriale. Così i nostri bambini crescono con l’idea che nella nostra regione non ci siano più i contadini, quando al contrario la Lombardia resta saldamente la prima regione agricola d’Italia. Nelle ultime riedizioni dei testi scolastici ho fortunatamente notato qualche piccolo cenno in più, ma credo che siano tematiche che meriterebbero maggiore attenzione».

Piccola mania da sommelier? «Annusare gli odori della cantina, in particolare quelli provenienti dai legni delle botti. L’odore che sento mi dà l’idea di come lavori il produttore. E’ come un vestito. Nulla di scientifico, chiaramente, ma spesso gli odori che sento in cantina rispecchiano, nel bene o nel male, il vino di quel viticoltore».

Come ha accolto la notizia della sua nomina a delegata di Bergamo? «Con entusiasmo e voglia di fare. La mia candidatura è stata proposta dai colleghi sommelier con cui ho sempre fatto servizio. Il nostro è un gruppo di lavoro molto affiatato e sono certa che continueremo a fare belle cose assieme».

A ottobre è partito il corso Ais di secondo livello che si svolge al ristorante Settecento di Presezzo. Una cinquantina gli iscritti. E’ stata organizzata una interessantissima serata sul Timorasso, un vitigno poco coltivato che dà un vino tutto particolare. «Vorrei – conclude Agnelli - che il mio periodo da delegata venga ricordato per aver diffuso la cultura del vino attraverso i corsi e le serate di degustazione. Vorrei organizzare un buon numero di incontri a prezzo contenuto, con percorsi sensoriali legati ai territori e ai vitigni, e qualche serata speciale con vini più ricercati».

Fino ad oggi dei programmi dei prossimi mesi non si sa molto, o almeno non ha funzionato un minimo lavoro di pubbliche relazioni e di informazione per i mass-media. Il che non è positivo per una associazione che vorrebbe crescere ed ha bisogno di pubblicizzare le proprie iniziative verso un pubblico più vasto.

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