Eye-Fi, tecnologia
che fa cilecca

Nei propositi doveva essere una rivoluzione. Nella pratica - per chi l'ha sperimentato - un incubo. Parliamo della tecnologia Eye-Fi: piccole schede sd, da mettere nelle nostra macchina fotografica digitale, che incorporano all'interno un trasmettitore wi-fi.

Lo scopo? Semplice e geniale: avere la possibilità di scattare una fotografia e di ritrovarla, dopo pochi istanti, già trasferita sul nostro portatile, sul palmare Android o iPhone. Così, in pochi secondi, l'immagine può essere visionata e ritrasmessa per lavoro, ad amici, sui social network... Fantastico

Peccato che alla prova dei fatti la tecnologia abbia fatto cilecca. Ore di tentativi di configurazione (per prova è stata acquistata una Sandisk da 8 Gb) non hanno portato a nulla: le foto sono rimaste nella scheda della macchina fotografica (pur se già nativamente predisposta all'Eye-Fi).

Per la verità, vari esperimenti hanno concesso di trasferire sul computer di casa, connesso in wifi alla sua rete, le immagini della scheda sd. Ma per quanto riguarda la trasmissione diretta a un palmare non c'è stato nulla da fare.

Istruzioni allegate al prodotto inesistenti, istruzioni online con link mancanti (ovviamente quelli più importanti), istruzioni sul sito seguite alla lettera senza trovare soluzione. Perfino l'assistenza tecnica ha fatto cilecca: non riusciamo a connettere il palmare, abbiamo chiesto; questo prodotto non fa capo a noi, ci è stato risposto, contattate x, y e z.

Alla seconda richiesta di chiarimento aspettiamo risposta da una settimana. Morale, anche leggendo su internet nei vari forum: se nelle intenzioni l'idea è brillantissima, nella pratica l'Eye-Fi è una tecnologia ancora troppo acerba per essere consigliata.

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