Ori and the Blind Forest:
il platform dei sogni

Il platform bidimensionale di Moon Studios è bello da vedere quanto da giocare, e offre anche un elevato livello di sfida.

Piattaforma: PC e Xbox One
Genere: Platform
Sviluppatore: Moon Studios
Produttore/Distributore: Microsoft
PEGI: 7

Durante lo scorso Electronic Entertainment Expo di Los Angeles – la più importante fiera dedicata al mondo dei videogiochi – Microsoft ha presentato, quasi in punta di piedi, Ori and the Blind Forest, platform bidimensionale sviluppato dal piccolo team indipendente Moon Studios e capace di catalizzare la scena grazie ad un impressionante livello artistico e una emozionante colonna sonora. A quasi un anno di distanza dalla kermesse, il gioco è sbarcato sugli store digitali di Xbox One e PC carico di aspettative. Andiamo a scoprire se dietro alla bellissima facciata della “Foresta Cieca” si nasconde anche una struttura di gioco solida.

In Ori and the Blind Forest il giocatore veste i panni di Ori, piccolo spirito della foresta magica chiamata Nibel che, caduto dall’Albero dello Spirito, viene adottato e cresciuto da una dolce creatura simile a un panda di nome Naru. Ad un certo punto, però, Nibel viene contaminata da un’oscura e maligna presenza che porterà alla morte di fauna e flora, compreso il papà adottivo di Ori. A questo punto il destino della foresta passa nella mani del piccolo spirito che, rimasto solo un’altra volta, avrà il compito di riportare in vita Nibel riattivando i tre elementi che ne hanno sempre garantito l’equilibrio: vento, acqua e calore; questi sono associati a specifiche aree del mondo di gioco che andranno liberate dalla corruzione.

Il punto di forza dell’opera prima targata Moon Studios è senza dubbio l’aspetto grafico, uno dei migliori mai visti su un videogioco in due dimensioni. A colpire non è semplicemente il numero di pixel a schermo, la bellezza degli scenari e i colori sgargianti, ma la ricercata direzione artistica, capace di tratteggiare un’atmosfera melanconica, crepuscolare e onirica dove al centro si trova il piccolo, solo e compassionevole Ori. Suggestiva, intimistica ma soprattutto fondamentale ai fini dell’esperienza emozionale e sensoriale di Ori and the Blind Forest la colonna sonora, realizzata dal compositore Gareth Coker.

Ori and the Blind Forest non è un semplice platform 2D dove il giocatore deve saltare da una piattaforma all’altra in stile Super Mario, ma un «metroidvania», e cioè un platform dalla forte declinazione esplorativa e action arricchita da elementi GDR legati alla crescita del personaggio. Avanzando nell’avventura e ottenendo punti esperienza tramite l’uccisione dei nemici o raccogliendo speciali globi dorati, infatti, il piccolo Ori sbloccherà diverse abilità come il doppio salto o l’arrampicata sulle pareti che gli permetteranno di esplorare nuove aree, prima inaccessibili, ma anche attacchi più devastanti per riuscire ad eliminare gli avversari sempre più temibili. Un platform dinamico, in continua evoluzione, capace di mettere il giocatore di fronte a situazioni sempre più difficili e allo stesso tempo nuove.

È quindi evidente che Ori and the Blind Forest non è solo bello da vedere ma anche pregno di contenuti e capace di proporre un’esperienza stimolante, varia e mai noiosa. Attenzione però: a dispetto delle apparenze, il livello di sfida è molto elevato e capiterà spesso di dover ripetere una fase diverse volte. Per riuscire a superare indenne certi livelli – stracolmi di trappole, ostacoli ed enigmi – sarà necessaria un’elevata dose di tempismo e coordinazione. Unico neo da segnalare è il sistema di salvataggio, attivabile solamente tramite speciali sfere di energia reperibili in quantità molto limitata e che servono anche per sbloccare alcune porte. Una scelta che limita sensibilmente le possibilità di salvataggio dei progressi, soprattutto nelle battute iniziali.

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