Cencelli nell’uovo

Nell’uovo di Pasqua qualcuno ha trovato una nomina, non dimentichiamolo. Eni, Finmeccanica, Enel, Poste, i soliti nomi per la solita quadriglia. Con una novità che i giornali hanno salutato come meravigliosa: una maggioranza femminile alla presidenza.

Nell’uovo di Pasqua qualcuno ha trovato una nomina, non dimentichiamolo. Eni, Finmeccanica, Enel, Poste, i soliti nomi per la solita quadriglia. Con una novità che i giornali hanno salutato come meravigliosa: una maggioranza femminile alla presidenza.

Dimenticandosi per distrazione che le signore presidenti non hanno alcuna delega operativa, ma proprio neanche una. E che gli amministratori delegati nominati con il buon vecchio manuale Cencelli sono tutti maschi.

Fra le operazioni del governo Renzi, questa è stata indubbiamente la più vecchia, orchestrata con metodi da anni Novanta. Avrebbero fatto uguale Bersani e Letta, magari senza il colpo di teatro delle ladies presidenti.

Fra le quali c’è Emma Marcegaglia, che 24 ore dopo essere stata nominata ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Milano. Così, per confermare quanto sia vincente come manager.

Chi si aspettava un terremoto procedurale è rimasto deluso perché hanno vinto le lobby. E allora il pensiero va a Paesi autenticamente democratici nei quali certi incarichi vengono veramente attribuiti per merito. Ed è impossibile non rammentare come, lo scorso anno, fu selezionato il governatore della Banca d’Inghilterra, un signore seduto su un forziere grande quanto il nostro debito pubblico: con un concorso pubblico e un annuncio su giornali come il Financial Times e il Wall Street Journal.

Ha vinto un canadese e nessuno si è sognato di inscenare le solite lagne: era il più bravo. A quando la rottamazione delle cattive abitudini?

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