Come circola, la circolare

È il Comma 22 della Scuola, è la stele di Rosetta che testimonia l’esistenza di burosauri fuori dal tempo, incardinati in un Paese reale che non esiste più, scomparso senza che loro se ne siano accorti.

E che ha il difetto (quel Paese) di ricomparire in qualche manifestazione di piazza tardosindacale. Stiamo parlando di un documento, la circolare numero 44, riportato alla luce da Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera, strepitoso flash di un mondo melanconico e immobile.

La circolare numero 44, scritta dal preside di un istituto realmente esistente, è questa: «Oggetto: circolazione circolari. Si raccomanda di far circolare per le classi agli studenti tutte le circolari e di farle ricircolare per le classi uscite prima. Si raccomanda di mantenere un flusso continuo di circolazione e di ricircolazione delle circolari».

È la burocrazia al cubo e l’autore farebbe pure tenerezza se non sapessimo che dirige una scuola e guida un corpo docenti che potrebbe insegnare ai nostri figli. Tutto questo per dire con ancora maggior forza che la riforma della scuola è imprescindibile e lo è ancora di più la strada da percorrere, sulla quale notiamo una certa coda di paglia: quella del merito.

Dice: ma un preside simile può avere ancora più potere? No, il contrario. Deve essere finalmente messo sotto esame dalle esigenze della quotidianità e giudicato dalla commissione ministeriale. Chi ottiene risultati va avanti, chi si avviluppa nelle circolari è pregato di circolare altrove, magari in pensione.

A garanzia degli insegnanti preparati e appassionati. E soprattutto degli studenti, che una circolare simile vorrebbero leggerla su WhatsApp. Per farsi quattro risate.

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