Come siamo social

Ventidue milioni di italiani non hanno mai utilizzato Internet. Dal tono degli articoli dei giornali dovrebbero anche sentirsi in colpa per non essere sufficientemente digitali.

Si tratta del 38,8% della popolazione, non certo una quota residuale, anche se il progresso multimediale al galoppo indica che il futuro sta decisamente da un’altra parte. La ricerca è certificata dall’Istat, che sottolinea come nel 2014 si sia passati dal 60,7% al 64% di popolazione con un computer, uno smartphone e una connessione Internet attiva. Lo scatto non basta per farci sentire più digitali e il Financial Times è stato impietoso qualche giorno fa nell’inserire l’Italia in fondo alla classifica europea in compagnia di Grecia, Bulgaria e Romania.

È interessante notare - anche se si tratta di conferma generazionale - come le famiglie con almeno un giovane under 18 in casa siano le più tecnologicamente avanzate: l’87% possiede un pc e l’89% un accesso al web. La percentuale crolla nelle famiglie di soli anziani: 17%. E qui vorremmo cominciare a ragionare. È vero che la decisione del governo Renzi di varare la dichiarazione dei redditi digitale è intrigante e potrebbe aiutare la diffusione multimediale, ma è altrettanto vero che una implementazione all’italiana del sistema (quindi caotica) creerebbe uno shock in quella parte di popolazione meno attrezzata. Sui social network la faccenda cambia e l’Italia può dirsi vincente al 100%. Il 61,2% sta su Facebook e gli altri preferiscono il contatto umano. Quindi siamo il Paese più social d’Europa.

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