Landini retroattivo

L’aria che tira non è delle più favorevoli per Maurizio Landini, ai primi passi da leader politico e già alle prese con qualche gaffe. Per un sindacalista del suo calibro non dev’essere stato facile digerire quella inanellata due giorni al talk show televisivo «L’aria che tira» su La7.

Si parlava di Jobs Act, dei 79.000 giovani assunti in gennaio e febbraio, a tempo indeterminato e con gli sgravi fiscali per le aziende. Ma mentre gli altri invitati da Myrta Merlino disquisivano più o meno animatamente, Landini mostrava l’aria sorniona del gatto che ha visto una preda succulenta nei paraggi. Quando ha preso la parola è arrivato il colpo di scena: «Ma cosa ci azzecca il Jobs Act con queste assunzioni? La legge è stata approvata il 7 marzo, quindi il governo millanta successi che non merita». E avrebbe anche avuto ragione, il leader della Fiom, se non fosse per il dettaglio della retroattività che tutti conoscevano: in caso di assunzioni, gli sgravi partivano dal primo dell’anno. Di conseguenza in molti, sapendo che il decreto sarebbe passato, sono corsi a preparare i documenti.

Zittito dalla conduttrice, Landini ha provato a girare la frittata con effetto imbarazzante. Colui che del lavoro vorrebbe fare una bandiera; colui che sulle antiche regole del lavoro (da ripristinare) vuole costruire un partito politico; colui che oggi scende in piazza per denunciare il lavoro che non c’è, ha dimostrato di non conoscere la legge sul lavoro che combatte. Poco male, la superficialità è la principale caratteristica dei politici da prima serata Tv. Partendo da questo assunto fondamentale anche Landini, come molti suoi colleghi, potrebbe avere un travolgente successo.

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