L’autista canterino

Giorgio Gandola

Le statistiche hanno un limite invalicabile: la fantasìa umana. Nessun numero potrà mai fotografare la realtà poiché non sarà mai in grado di mettere a fuoco le eccezioni e valutarne l’impatto.

Le statistiche hanno un limite invalicabile: la fantasìa umana. Nessun numero potrà mai fotografare la realtà poiché non sarà mai in grado di mettere a fuoco le eccezioni e valutarne l’impatto. Questo vale per la crisi economica, per la ripresa, persino per la disoccupazione. In Italia il sommerso è tale da rendere approssimativo ciò che in altri Paesi è scientificamente oggettivo.

Neppure la statistica dei numerosi autisti che quotidianamente si ammalano sugli autobus del servizio pubblico di Roma (Atac) sembra essere precisa, anche se le cifre indicano una situazione prossima all’emergenza: 970 certificati medici in media al giorno su 6.500 autisti impiegati sulle strade dell’Urbe.

Una tendenza allarmante che ci fa immaginare condizioni di lavoro estreme in mezzo al traffico caotico della capitale. E non importa (almeno così sembra ai responsabili amministrativi dell’azienda pubblica) se il bilancio è in rosso di 722 milioni di euro, conta certamente di più la salute dei dipendenti, anche perché eventualmente sarà il governo a ripianare i debiti esattamente come ha fatto un mese fa con il decreto Salvaroma del valore di 570 milioni.

Ebbene, almeno uno degli autisti-collezionisti di assenze non era malato. Lo ha trovato la guardia di finanza mentre cantava. Non sull’autobus, ma in un locale di Zagarolo con la compagna. Era regolarmente in malattia, ma sembrava stare benissimo. Denunciato, rischia il posto e una figuraccia. A sua discolpa non ha neppure potuto dire di avere mal di gola.

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