Le spese di Corte

di Giorgio Gandola

«Risparmieremo su tutto e metteremo in discussione anche posizioni acquisite». Questo il nocciolo di un’intervista al Corriere della Sera del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.

«Risparmieremo su tutto e metteremo in discussione anche posizioni acquisite». Questo il nocciolo di un’intervista al Corriere della Sera del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Potremmo commentare: benvenuto. Sono 7 anni che famiglie e aziende private sono virtuosamente impegnate con le forbici. Ora, e pure con colpevole ritardo, tocca a voi politici.

Da dove partire? Non c’è che l’imbarazzo della scelta, buona fortuna. Un bel segnale sarebbe partire dall’alto, per esempio dall’intoccabile Corte Costituzionale. Costa allo Stato 61 milioni di euro l’anno, i suoi 15 membri hanno uno stipendio lordo di 500 mila euro.

Con un curioso record: il presidente in carica, Giuseppe Tesauro, è stato nominato il 30 luglio e decadrà in novembre per un totale di tre mesi di funzione, anche se la Costituzione - della quale quei giudici sono custodi - prevede che la durata naturale della carica sia un triennio.

Poiché l’istruzione di ogni causa porta via due mesi di lavoro, è pensabile che Tesauro da presidente dirigerà soltanto un’udienza. Potremmo quasi dire «secondo tradizione» visto che spesso viene eletto presidente un giudice in scadenza di mandato: 38 presidenti in 58 anni. Se la regola del triennio fosse stata rispettata, sarebbero la metà.

La presidenza più breve è stata di Vincenzo Caianiello, 44 giorni. Il quotidiano online Lettera 43 ha pubblicato il rendiconto della Corte Costituzionale con spese per la retribuzione (7,3 milioni), per le pensioni (5,6 milioni), per le auto blu (645 mila euro), per le trasferte e i viaggi (127 mila euro), per convegni e conferenze (100 mila euro). A naso qualche limata sembra possibile. E senza che a destra e a manca si cominci a strillare per l’emergenza democratica.

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