Piange il telefono

di Sergio Invernizzi

Angela Merkel, vestale teutonica della sobrietà continentale, ha telefonato a Mario Draghi, presidente della Bce, la Banca centrale europea, per chiedere lumi sulla sua politica economica, ritenuta da molti ambienti politici , finanziari ed imprenditoriali tedeschi un po’ troppo liberale.

Angela Merkel, vestale teutonica della sobrietà continentale, ha telefonato a Mario Draghi, presidente della Bce, la Banca centrale europea, per chiedere lumi sulla sua politica economica, ritenuta da molti ambienti politici , finanziari ed imprenditoriali tedeschi un po’ troppo liberale nel sostenere i Paesi europei maggiormente in sofferenza (l’Italia del gelataio Renzi compresa, ma pure la Francia dell’ondivago Hollande, impegnato soprattutto a cercar di tenere unito il governo e la propria maggioranza politica).

Ma che fai, caro Draghi, sei impazzito a calar le braghe davanti alle richieste di quegli Stati che vogliono continuare a spendere senza pensare a debiti e risparmio?Avrà probabilmente detto così la cancelliera, immemore dei divertimenti e del relax che l’Italia e gli italiani le offrono in occasione delle ferie, tra Tirreno e Dolomiti.

Ma che fai, traditore, avrà detto a Draghi... Anzi, no, ha precisato la portavoce di Angela, smentendo – si fa per dire – il colloquio: la telefonata non c’è stata; anzi, forse c’è stata, ma se c’è stata non possiamo dir niente dei contenuti. E se c’è stata, ma non possiamo riferirne il contenuto, comunque le parole della Merkel non erano domande che sollecitavano risposte.

Però! Tempi duri. L’uscita dal tunnel della crisi – che sembrava lì dietro l’angolo – continua a sfuggir di mano all’Italia e all’intera Europa, Germania compresa. E fa perder la testa un po’ a tutti. E che c’è di male, se la Merkel telefona a Draghi ? Lo faccia, non s’offende nessuno. Ma la pantomima di contorno almeno poteva evitarcela. Già dobbiamo sorbirci docce gelate e gelati di Palazzo, ci mancavano solo i pinocchietti made in Germany.

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