«Il cervello anziano si rimodula»
Un videogioco per non invecchiare

Il cervello degli anziani è molto più «agile» di quanto si pensi e in particolari situazioni può «rimodularsi» somigliando a quello dei giovani: è quanto mostra un esperimento basato su una sfida con un videogioco.

Il cervello degli anziani è molto più «agile» di quanto si pensi e in particolari situazioni può «rimodularsi» somigliando a quello dei giovani: è quanto mostra un esperimento basato su una sfida con un videogioco in cui partecipanti di età compresa fra 60 e 85 anni hanno tenuto testa a un gruppo di ventenni.

Il risultato, descritto su Nature da un gruppo di ricerca dell'università della California a San Francisco, dimostra che un videogioco progettato su misura, chiamato NeuroRacer, riesce a riparare il declino cognitivo legato all'età. È anche la prova che il cervello degli anziani non perde affatto la capacità di imparare. Secondo gli autori, il lavoro fornisce, inoltre, una prova scientifica alla validità di alcuni esercizi di 'fitness' del cervello, criticati finora per la mancanza di prove della loro efficacia.

Il videogioco consiste in una gara automobilistica su una pista tortuosa, con molti segnali stradali pop-up che appaiono durante la navigazione. I piloti virtuali dovevano tenere d'occhio uno specifico tipo di segnale stradale, ignorando tutto il resto e dovevano premere un pulsante ogni volta che appariva quel segnale particolare.

L'esperimento richiede di sapere essere «multitasking», ovvero di saper cambiare rapidamente situazione: una condizione che di solito genera interferenze nel cervello che minano le prestazioni, soprattutto con l'aumentare dell'età. Ma dopo aver ricevuto solo 12 ore di formazione sul gioco i partecipanti di età compresa fra 60 e 85 anni hanno migliorato le loro prestazioni fino a superare i partecipanti ventenni. Il tempo dedicato alla gara è stato un'ora al giorno, tre volte alla settimana per un periodo di quattro settimane.
Dopo questo periodo, negli sfidanti più anziani sono migliorate anche memoria e attenzione.

«La scoperta è un forte esempio di quanto sia plastico il cervello degli anziani» ha osservato Adam Gazzaley, principale autore insieme con Joaquin Anguera. L'elettroencefalogramma ha indicato che il risultato è stato possibile perché nelle persone più anziane, durante l'esperimento, sono avvenuti dei cambiamenti nella rete di cellule nervose coinvoltae nell'apprendimento. In particolare è stata misurata l'attività dei neuroni situati nella corteccia prefrontale e la coerenza delle onde cerebrali tra le regioni frontale e posteriore del cervello. Appena i piloti virtuali più anziani sono diventati più abili nelle sfide, il loro cervello ha «rimodulato» questa rete neurale la cui attività ha cominciato a somigliare a quella dei giovani adulti.

Monica Nardone

© RIPRODUZIONE RISERVATA