Prematuri, cresce
la sopravvivenza

La percentuale di sopravvivenza dei bambini nati «altamente pretermine» - cioè prima dell'ottavo mese di gravidanza - è aumentata negli ultimi 10 anni del 10% per i nati tra la 24esima e la 25esima settimana e del 16% tra quelli nati tra la 26esima e la 27esima settimana.

Sono i risultati preliminari del progetto Epice (Effective Perinatal Intensive Care in Europe) promosso in Italia dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù insieme all'Agenzia di Sanità Pubblica del Lazio. Nel nostro Paese queste nascite rappresentano soltanto l'1%, circa 5.500 l'anno, ma contribuiscono ancora a circa la metà delle morti infantili.

Per le tre regioni italiane che partecipano allo studio - Lazio, Emilia Romagna e Marche - sono stati raccolti dati relativi a 22 reparti di Ostetricia e di Terapia Intensiva Neonatale con circa 1300 bambini nati prima delle 32 settimane.

Tra i 1123 nati vivi, circa un terzo è nato da parto plurimo.
Nel complesso, la sopravvivenza dei nati altamente pretermine è stata dell'86.3%, con un significativo miglioramento (+5.8%) rispetto a quanto rilevato da uno studio simile realizzato in Lazio, Marche e Toscana nel 2003-2004 (80.5%). In particolare, tra i bambini nati tra la 24esima e la 25esima settimana la sopravvivenza è passata dal 40% al 50%, per quelli nati tra la 26esima e la 27esima è salita dal 71% al 87%.

Dalla 28esima settimana in avanti la sopravvivenza era comunque già superiore al 90%. Il 95% dei bambini analizzati sono nati presso un centro perinatale di livello avanzato. Di questi, oltre il 90% ha ricevuto il cortisone in utero attraverso la somministrazione del farmaco alla madre per una migliore maturazione dei polmoni.

«Il progetto permetterà di costruire un quadro concettuale e metodologico entro cui sviluppare la ricerca scientifica del futuro sull'efficacia degli interventi sanitari per questi bambini», dice Marina Cuttini, Responsabile di Epidemiologia e Biostatistica del Bambino Gesù.

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