Dal Brasile a Bergamo con Tyche
Il progetto moda di Silvia e Marian

Hanno azzeccato i «tempi mondiali» e si sono lanciate in un progetto imprenditoriale all’insegna della loro passione, la moda. Due amiche bergamasche, due «mogli di», termine che sta stretto a Silvia Quadri e Marian Bronco. Ora più che mai, con Tyche, una linea di costumi made in Bergamo.

Hanno azzeccato i «tempi mondiali» e si sono lanciate in un progetto imprenditoriale all’insegna della loro passione, la moda. Due amiche bergamasche, due «mogli di», termine che sta stretto a Silvia Quadri e Marian Bronco. Anche perché nella vita hanno sempre cercato di cavarsela da sole. Ora più che mai, con Tyche, una linea di costumi made in Bergamo, la cui realizzazione ha messo al lavoro anche i consorti, Inácio Piá e Damiano Zenoni, pronti a dare una mano tra packaging, etichette e fettuccia in lycra.

L’idea parte da Silvia, 32 anni, mamma a tempo pieno ora con base fissa a Bonate Sotto dopo aver seguito Piá in giro per l’Italia:«Ci siamo conosciuti ai tempi della Primavera dell’Atalanta, era il 2000, e dopo Bergamo è stata una vita da pendolare tra Napoli, Ascoli, Treviso, Catania, Torino e Lecce». Ma Silvia è tornata a casa e qui vive con i figli Sofia e Samuele. Ed è qui che reincontra Marian: «Ci siamo conosciute ai tempi dell’Atalanta e abbiamo sempre mantenuto un forte legame anche durante le nostre trasferte per seguire i mariti calciatori - spiega la 36 enne, moglie di Damiano Zenoni -. Ci vedevamo pochissimo ma le partite in cui Inácio e Damiano erano avversari in campo diventavano per noi motivo di incontro fuori dallo stadio».

Anche Marian è tornata a Bergamo, dove fa la mamma di Giulia e Lara, e si occupa di moda: «Sono testimonial di alcuni brand sul canale commerciale Qvc, faccio la modella ma non abbandono anche il mio lavoro di psicomotricista in una scuola materna di Albegno». E ora che si incontrano più spesso hanno anche deciso di mettersi a lavorare insieme: «Sicuramente le origini brasiliane di Inácio hanno dato lo spunto – sorride Silvia -. Lo scorso inverno, tra la nebbia e la pioggia bergamasca, ho proposto a Marian di avviare una linea di bikini che prendesse spunto da quelli che tutti gli anni le porto dalle mie vacanze in America Latina». E all’ennesima domanda di chi chiede a Silvia: «Quando vai in Brasile mi porti un costume?», ecco che la risposta diventa: «Questa volta li faccio», ride la bergamasca che con Marian ha trovato la giusta collaborazione.


Nasce così Tyche che, nella mitologia greca è la personificazione della fortuna, ma è anche il nome di un pianeta. Da qui un logo per il brand registrato da poco, che altro non è un nodo celtico: «Rappresenta l’unione, e nella sua forma così dinamica, esprime il senso del vento e delle onde, come fossimo su una spiaggia» spiega Silvia, che aggiunge: «Un nodo con tre “riccioli”: io, Marian e appunto la fortuna». Fortuna che le due amiche hanno voluto cercare direttamente a casa loro: il materiale e la produzione e confezione dei loro costumi sono infatti made in Bergamo: «La lycra è della ditta Carvico, il jersey è della Lomellina: tagliamo in un laboratorio a Terno d’Isola, per le fantasie ci avvaliamo della consulenza di un’azienda di Martinengo e per la confezione ci appoggiamo alla Colleoni di Calusco. Addirittura il servizio fotografico lo abbiamo fatto a Bolgare, in una ditta di marmi, la Stone City» spiega Marian.

Solo bikini per Tyche, il cui stile ricorda quello dei modelli brasiliani, col tringolo arricciato e i frou frou sulla culotte. E poi pois, fasce fantasiose, stampe floreali: «Una decina di modelli con diverse varietà di colore: ogni costume ha un nome, ispirato alle costellazioni e alle stelle». Ci sono Vega, Sargas, Antares, Bellatrix, e per ora i costumi sono in alcuni negozi d’Italia e on line su www.bikinityche.it: «Abbiamo avviato l’e-commerce recentemente e stiamo creando una rete di contatti per distribuire il prodotto attraverso showroom» continua Silvia che ha già la prima boutique on the beach che avrà i suoi bikini per questa estate: «Saremo al Coco Beach di Formentera, e per noi, appena partite con questo progetto, si tratta di un ottimo inizio». Perché una cosa, Silvia, ha voglia di dire: «È un lavoro in cui crediamo, una linea che ci appassiona e in cui investiamo tempo e risorse. A intrecciare lycra, a confezionare e imbustare ci siamo messe anche noi e pure i nostri mariti». E una volta tanto la frittata si rovescia: «Essere la moglie di un giocatore ti fa vivere spesso di riflesso – spiega Silvia -. Ma un giorno si finisce anche di giocare, il pallone torna al centro e c’è la voglia di rimettersi in campo». E Silvia lo sta facendo con Tyche e con l’aiuto di Marian: «Credo ci sia il tempo per tutto e questa avventura la vogliamo vivere fino in fondo». Quella palla al centro, ora, sono i bikini.

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