«Dal corsetto al doppiopetto»
Fotografie e vintage per l’8 marzo

C’erano i corsetti, i bustini rigidi, le camiciole di seta accollate, le gonne strette che arrivavano fin sotto il ginocchio, i mezzi tacchi. C’erano pieghe ondulate per le pettinature della festa, sguardi severi, ma sempre così intensi davanti al prezioso (e misterioso) obiettivo.

La fotografia racconta lo stile e, a Clusone, racconterà la donna. Ma non solo attraverso gli scatti. Per l’8 marzo, e per festeggiare al meglio il popolo femminile bergamasco, il Mat Club di Clusone organizza alle 15.30 al Museo Arte Tempo della cittadina della Val Seriana «Le clusonesi… dal corsetto al doppiopetto», un pomeriggio di arte e moda per raccontare l’evoluzione del costume dagli anni Venti fino ai giorni nostri.

Un percorso storico che si potrà capire e ammirare attraverso gli scatti preziosi e bellissimi dell’archivio Cristilli, ma anche una serie di abiti che saranno esposti proprio domenica per un pomeriggio très chic. Si tratta di vestiti che provengono dall’archivio di Marco Savoldelli, vintagista bergamasco che si occupa di antichità con la sua Pr Luxury Vintage, a Clusone, e alcuni capi presi in prestito dalla compagnia del Fil de Fer di Piario. «Abbiamo voluto abbinare alle fotografie anche abiti d’epoca, bellissimi e intensi nei loro tessuti preziosi e decori, per rendere ancora più evidente l’evoluzione della moda e dello stile sul territorio – spiega Elide Cossali, vicepresidente del Mat Club, associazione di volontari che si occupano di attività tali a sostenere e rendere sempre vitale il museo -. Una particolare attenzione ai modelli, ma anche agli accessori scelti e abbinati».

L’appuntamento è in museo, in via Clara Maffei 3 (ingresso libero) per scoprire un donna elegante e dal gusto ricercato, appassionata di moda, intesa come stile di vita. Non un vezzo o un vanto, ma un modo di essere. Si ripercorre così, attraverso una serie di scatti in bianco e nero selezionati dall’archivio Cristilli, la moda delle donne clusonesi del Novecento. Una selezione tutta al femminile, che fa parte di un più ampio patrimonio donato al Mat dalla famiglia del fotografo clusonese Cesare Cristilli. Con una storia affascinante: lo studio fotografico della famiglia era già presente in paese nel 1905, aperto dai tre fratelli Giuseppe, Carlo e Teresita, ai quali subentrò, nel 1920, Cesare che continuò l’attività fino al 1994 grazie anche ai figli Luigi e Vittorio. Proprio grazie alla volontà degli eredi Cristilli, il Mat ha acquisito una considerevole parte del materiale dello studio, uno spaccato significativo della vita dell’altopiano clusonese nel secolo scorso.

Da qui una nuova sala permanente del museo, realizzata con il contributo della Fondazione Cariplo, per la proiezione e consultazione delle immagini di questo patrimonio fotografico e storico. In particolare fino al 3 maggio sarà allestita la mostra «La bottega Cristilli. Scatti del Novecento» tra scorci del paesaggio clusonese, particolari del turismo “d’epoque”, ritratti di abitanti della zona, testimoni dell’evoluzione del costume nell’arco di un secolo. L’8 marzo questa evoluzione sarà ancora più significativa e al femminile, grazie anche agli abiti in scena. Qualche esempio? Un abito Charleston anni ‘30 di fattura sartoriale, con collana d’osso e pochette in paillette, ma anche un abito in seta sui toni del grigio e del verde, con borsa e cappellino coordinati: apparteneva a una bergamasca che lo aveva commissionato per la traversata transoceanica. Non mancano anche i capi degli anni ‘60/’70, come il completo pantalone giallo, con accessori rossi coordinati: la proprietaria aveva una Cinquecento dello stesso tono ocra e indossava il completo durante le gite domenicali fuoriporta. Infine ecco un doppiopetto Yves Saint Laurent, dei ruggenti anni 80, tra borse, pellicce, spalle importanti e collane opulenti.

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